«Stessi argomenti del Pdl: il doppiopesismo esiste»
Salvi: Vendola delude, parla come Ghedini Crede di essere santo?
I comitati d’ affari bipartisan nelle regioni meridionali, ma non solo, non sono una novità
ROMA - «Che delusione. Tutta la battaglia di Nichi Vendola per la presidenza della Regione, dalla candidatura alla sua vittoria su Fitto, è stata condotta sui temi della moralizzazione della sanità e contro gli attacchi alla magistratura».
Cesare Salvi, una vita di carriera politica attraversando la sinistra tappa dopo tappa dal Pci fino alla neonata ed “extraparlamentare” Federazione della sinistra, commenta l’ atteggiamento di Vendola verso l’ inchiesta barese sulla sanità in Puglia. E, in particolare, quella lettera ricusatoria al pm che ha in mano l’ indagine, Desirée Digeronimo.
Un gesto sbagliato dal punto di vista istituzionale, o anche nel merito? «La prima cosa che mi ha colpito è stata leggere in quel testo gli stessi argomenti che vengono usati dal centrodestra. Sembrava di sentire parlare Ghedini (deputato e avvocato di Berlusconi; ndr). Ma non avevamo sempre detto che ci si deve difendere nei processi, invece che attaccare un magistrato?»
E nel merito? «C’ è un doppiopesismo. A parte le precedenti dimissioni di Tedesco, che guidava la Sanità in Regione, Vendola ha azzerato la giunta. Evidentemente, su alcuni assessori pesa il dubbio che ci sia qualcosa di non chiaro. Altrimenti perché allontanarli? Dunque da un lato esiste una questione morale, ma dall’ altro per quanto riguarda Vendola deve valere una presunzione, nemmeno di innocenza, ma di santità?»
Vendola dovrebbe dimettersi? «Bisogna distinguere tra responsabilità politiche e penali. Non credo che ci debba essere un automatismo rispetto a indagini in corso. Ma, nel caso specifico pugliese e se è vero quanto si legge, tutto quello che sta venendo fuori in materia di sanità dimostra un fallimento politico. Insomma, se per le responsabilità penali è necessario l’ accertamento della colpa, direi che per quelle politiche valgono scelta dei collaboratori e vigilanza del loro operato».
Ultimamente non sembra essersi acceso un riflettore giudiziario su Bari? «Sì, mi sono interrogato su questo. Ma tengo per me le mie riflessioni. Certo c’ è una lotta molto aspra…».
Crede che esistano accordi bipartisan per la gestione delle città? «La sanità è un cancro nella politica italiana e in particolare in quella regionale. I comitati d’ affari bipartisan nelle regioni meridionali, ma non solo, non sono una novità. Ma finché la politica continuerà a decidere sugli appalti alla sanità privata, a nominare i direttori delle Asl, e questi a scegliere i primari… Troppi intrecci di interessi e soldi. E così assistiamo persino alla continuità di certe pratiche anche quando si passa da un segno politico all’ altro».
Una questione morale enorme e trasversale: tocca anche voi? «È una questione che si accompagna spesso a pretesi residui di superiorità… antropologica. In realtà servono riforme di sistema; altrimenti il Pd sarà coinvolto in meccanismi di potere poco cristallini. Se il Partito democratico vuole segnalare la sua differenza dal centrodestra, deve lavorare su seri cambiamenti di sistema evitando attacchi e delegittimazioni. Oppure apre a Di Pietro un’ autostrada».
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