L'impegno nel Partito che viviamo in prima persona, giorno dopo giorno, ci ha insegnato che nessuna battaglia o obiettivo politico di tipo personale può e deve condizionare l'efficacia dell'azione di governo. Le istituzioni, e dunque i programmi di governo per i quali i cittadini hanno dato la loro fiducia al PD, devono essere preservati e messi al riparo da battaglie politiche. Ecco perché non capiamo, e sinceramente contestiamo, chi afferma che dalla scelta personale di Lamberto Bottini di scendere in campo per la segreteria regionale riconoscendosi nella mozione di Pier Luigi Bersani, ne risulterebbe un rischio per la stabilità della maggioranza di governo alla regione. Guai se si trasferisse in quella sede un confronto che attiene alla vita di un Partito. Sarebbe un tradimento della fiducia degli elettori e un danno per l'intera collettività umbra. Paventare poi addirittura il blocco dell'attività istituzionale appare, per chi ha reso tali affermazioni, quasi come una sorta di invito a farlo. Vorremmo tanto che il dibattito, il confronto tra i rappresentanti delle diverse mozioni presentate sia per il congresso regionale che per quello nazionale, fosse squisitamente politico e che da esso alla fine ne derivasse un beneficio comune per tutti e per tutto il partito, quale che sarà la mozione vincente. Rivendichiamo con forza il bisogno di confrontarci su idee e progetti per un'Umbria migliore. Perché fare meglio è un imperativo per tutti e per ogni forza politica. Dire chiaramente quale è la nostra idea di Umbria e di Partito. Perché, almeno fino ad ora, ciò che emerge dal dibattito è soprattutto una visione quasi catastrofista dell'Umbria, mentre appare fumosa e anche contraddittoria la visione del partito.
Infatti, si lamenta una scarsa crescita del Pil in Umbria, quando non più tardi di un anno fa proprio in questa regione è stato toccato il picco più alto di crescita, segnando il record nazionale. Si afferma che gli investimenti sono calati quando il solo settore privato, negli ultimi nove anni, ha aumentato gli investimenti fissi lordi da 3,5 miliardi a 4,5 miliardi anno. Senza dire poi del sostegno alle piccole e medie imprese per l'innovazione. Forse mai come in questi anni le politiche pubbliche, regionali e locali, hanno messo a disposizione una così importante mole di risorse. Altro che generici annunci. E che dire delle infrastrutture per le quali si procederebbe con difficoltà? Be', anche in questo caso, la dotazione di progetti per le infrastrutture in Umbria, in alcuni casi già avviate, è per qualità e quantità di risorse non paragonabile forse all'ultimo secolo della storia di questa regione.
Secondo noi è giunto il tempo di smetterla di dire in giro che la candidatura di un amministratore sarebbe un caso unico in Italia in quanto candidato alla segreteria ed al tempo stesso assessore regionale perché è un falso clamoroso, basti pensare alla Toscana, alla Puglia e al Lazio per entrambe le mozioni. Insomma, non è davvero questo il terreno su cui confrontarsi. Perché così ci sembra, quella di Stramaccioni, una campagna "contro" e non "per".
In ogni caso candidarsi alla guida di un Partito è una opportunità per tutti, anche per gli amministratori; eventualmente il problema si porrebbe dopo nel ricoprire distinti e rilevanti incarichi, ma su questo il candidato ha parlato già chiaramente. Faremmo, tutti, un errore imperdonabile se proseguissimo con un approccio alla discussione congressuale viziata per un verso da personalismi, e dall'altro verso da una stucchevole dicotomia vecchio-nuovo, amministratori-non amministratori, etc. E faremmo un errore ancor più grave se il confronto ed il dibattito - a tutti i livelli - che deve assolutamente essere sulle idee, sui progetti, per il partito e per il governo del Paese, avvenisse con "riserve mentali" relative a posizionamenti personali.
Già all'indomani del turno elettorale amministrativo ed europeo abbiamo avuto modo di constatare che in realtà come l'Umbria, ad esempio, non esistono più rendite di posizione per alcuno, così come non è più sufficiente la prova del buon governo e della buona amministrazione per ottenere la fiducia ed il consenso degli elettori, se poi manca un progetto politico generale ed un Partito in grado di rappresentarlo con forza e chiarezza. Non si può dunque - e sarebbe un errore gravissimo farlo - ritenere che il risultato del voto in Umbria appartenga già al passato. L'analisi del voto non è un dossier archiviato. E' invece aperto e in tutta la sua evidenza. Solo un anno fa l'Umbria diede al Pd il miglior risultato in Italia, mentre nel voto di giugno, soprattutto alle Europee, abbiamo dovuto registrare - tra le Regioni storicamente di sinistra - uno dei risultati più deludenti per il nostro partito.
Troppo spesso nel nostro partito hanno prevalso personalismi amplificando ed aumentando criticità che poi hanno determinato un voto che ci ha penalizzati. Insomma, là dove è mancata una azione precisa di "governo" delle tensioni locali, là dove i gruppi dirigenti locali non solo non sono stati aiutati, ma in alcuni casi abbandonati al loro destino, il voto non ci ha - comprensibilmente - premiato. Anzi!
Non è questo un caso. Né, a nostro giudizio, la risultante di una somma di errori e responsabilità che erroneamente - o peggio, colpevolmente - si vuole far ricadere sulle singole realtà locali. Insomma, non si deve guardare al voto con la lente di ingrandimento, dimenticando l'insieme. Perché questa è miopia politica. Così non si riesce a vedere l'insieme. E l'insieme non è per nulla confortante. Ciò che temiamo è che questo risultato celi l'allentamento di un "disegno d'Umbria", di una visione dell'Umbria condivisa e consapevole. Perché è da troppo tempo che il PD non discute in maniera seria ed approfondita dell'Umbria: delle sue prospettive di sviluppo; delle riforme istituzionali. Siamo passati dalla stagione di un partito troppo presente e pressante sulle istituzioni, ad un partito un po' troppo distratto nel rapporto con le istituzioni. Un partito spesso ripiegato su se stesso, troppo occupato a discutere di primarie e ad andare di primarie in primarie, a definire regole, mentre i contenuti della politica mano a mano sono scivolati sotto il tavolo.
Potrà sembrare retorico o scontato ma è la "politica" che deve tornare ad essere protagonista del dibattito che ci accompagnerà fino al congresso di Ottobre. La politica che deve stimolare ogni intelligenza, ogni volontà di partecipazione, ogni passione affinché insieme si possa costruire un progetto che miri a realizzare quella coesione oggi più che mai necessaria perché si rinnovi il sentimento di cittadinanza e di appartenenza ad una collettività nazionale. Ecco perché abbiamo bisogno e necessità di un partito forte, radicato e diffuso. Che sappia realmente offrire a ciascuno l'opportunità di essere protagonista e sentirsi parte attiva di un progetto collettivo. E che sappia affidare anche responsabilità a ciascuno.
Dobbiamo recuperare non solo il concetto, ma la struttura stessa di un PD come un partito popolare, in quanto espressione del popolo che vive nel nostro Paese. Capace, dunque, di saper interpretare bisogni e necessità di una collettività oggi diversa da quella che siamo abituati a conoscere e rappresentare. Ciò che invece non ci convince è una contrapposizione frutto di contrapposti personalismi; finte contrapposizioni su vecchio e nuovo, giovani e anziani. Non si può discutere di politica, non ci si può confrontare sul modello di partito, di società che vogliamo e per la quale vorremmo batterci, con il certificato anagrafico in mano, quasi che chi è più giovane ha più titolo di chi non lo è. O viceversa.
Quindi, per concludere, non basta evocare un confronto serio e leale, salvo poi dimenticarsene subito dopo.
Gregorio Alteri PD Terni
Giampietro Angelini PD Norcia - Comitato provinciale PD Perugia
Giulio Anieni PD Morrano (Orvieto)
Angelo Antonini PD Giano dell'Umbria
Catia Baroni Circolo PD "S. Martino in Colle" (Perugia)
Damiano Bernardini PD Baschi
Rosalba Bruno Circolo PD "Ponte San Giovanni" (Perugia)
Adriana Bugnini Circolo PD Canale (Orvieto)
Cristian Cecchetti PD Torgiano
Federico Cecconi Circolo PD Cerbara (Città di Castello)
Silvano Cerri PD Castiglione del Lago
Diego Corradini PD Castiglion Fosco
Maurizio De Luca PD Gualdo Cattaneo
Gianluca D'Ingecco PD Foligno
Paolo Eusebi PD Foligno
Daniele Giorgetti Circolo PD Sferracavallo (Orvieto)
Emidio Gubbiotti Circolo PD "Borgo Bovio" (Terni )
Marco Locchi PD Umbertide
Alessandro Magara PD Passignano sul Trasimeno
Marco Martini PD Deruta
Francesco Mearini Circolo PD "Castel del Piano" (Perugia)
Celeste Meconi PD Montegabbione
Francesco Montesi PD Parrano
Jonathan Monti PD "Collestatte Colle Orsina" (Terni)
Mauro Orsini Circolo "PD Ponte San Giovanni" (Perugia)
Rodolfo Pacini PD Tuoro
Luciano Palazzeschi PD Norcia
Franco Parlavecchio PD Torgiano - Liberal Umbria
Maurizio Pascolini Circolo PD "V Circoscrizione" (Perugia)
Simone Pettirossi PD Assisi
Stefano Posti PD San Venanzo
Irene Rapastella Circolo PD "San Sisto" (Perugia)
Giuseppe Rellini Circolo PD Ciconia (Orvieto)
Jacopo Teodori PD Castel Viscardo
Maurizio Terzino PD Fabro
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