PERUGIA - ''Il dibattito di questi giorni sul progetto di insediamento di una struttura Ikea nel Comune di Perugia, rispetto al quale Confcommercio non ha mancato di esprimere le proprie serie perplessita' invitando le amministrazioni locali a valutarne l'impatto da tutti i punti di vista, fornisce l'occasione per una riflessione ulteriore''.
Lo sottolinea Luciano Ioni, presidente della Confcommercio dell'Umbria, evidenziando che ''i 250 metri quadrati di superficie che la struttura destinera' ai prodotti alimentari tipici svedesi rappresenta la concretizzazione di un format per la internazionalizzazione delle imprese commerciali che la nostra organizzazione da anni propone, finora inascoltata, agli interlocutori pubblici. Attraverso la struttura distributiva, e' questa la lezione dell'Ikea, puo' passare efficacemente la promozione e la commercializzazione di una piu' ampia e completa offerta merceologica. Con prodotti anche in grado di raccontare l'Umbria in forma concreta: grazie alle tipicita' e le tradizioni del territorio. E' questo il modo in cui sostenere le imprese commerciali che intendono affrontare i mercati esteri''.
Oltre questo aspetto specifico, sostiene Confcommercio, la vicenda Ikea dovrebbe richiamare l'attenzione anche su altri fattori.
''Intanto - aggiunge Ioni - non si puo' analizzare il progetto soffermandoci solo sulla sua capacita' di creare occupazione. Ogni fatto economico va letto in modo critico e, dunque, accanto ai posti di lavoro promessi, occorre poter prevedere quanti posti di lavoro il colosso potrebbe invece distruggere, andando ad alterare gli equilibri economici del territorio, non solo relativi alla rete distributiva locale.
Abbiamo piu' volte sollecitato tutti i soggetti che su questo tema prenderanno decisioni importanti, anche tramite le nostre strutture territoriali e specifiche di settore, affinche' valutino attentamente gli effetti che la scelta di ospitare un colosso come Ikea avra' sull'economia e la realta' locale. Non solo nell'immediato, ma soprattutto nel medio e lungo periodo. In termini di ricchezza reale prodotta, in primo luogo, che in ampissima parte prendera' la via del Nord e non restera' in Umbria. Ma anche in termini di impatto ambientale, viabilita', e perfino qualita' della vita''.
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