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Da Liberazione del 30 luglio: Sono Lorena Coletti, sorella di una delle vittime della strage della Umbria Olii di Campello sul Clitunno (Pg). Il 25 novembre 2006 quattro uomini si alzarono e partirono per andare al lavoro, per guadagnarsi da vivere. Era di sabato, il lavoro lo avevano iniziato il martedì: dovevano installare delle passarelle sopra a dei silos. In quei silos c'era un gas, il gas esano, un gas molto infiammabile, questo poiché nessuno aveva fatto una bonifica di questi silos. Verso le 13 di quel maledetto giorno avvenne un'enorme esplosione. Venni a sapere della notizia solamente la sera molto tardi. La moglie che lo aspettava per il pranzo, non vedendolo tornare fece un giro di telefonate ai suoi colleghi, ma fu un vano tentativo, perché non ottenne nessuna risposta. Fino a che non telefonò alla moglie del datore di lavoro, che le diede la notizia. Giuseppe Coletti, mio fratello, Maurizio Manili, datore di lavoro, Vladimir Thode e Tullio Mottini erano morti nell'esplosione. Unico sopravvissuto Claudio Demiri. Il proprietario della Umbria Olii fu indagato e rinviato a giudizio con l'accusa di omicidio colposo plurimo e violazione di norme per la sicurezza sul lavoro. Secondo l'accusa, Del Papa avrebbe dovuto avvertire i lavoratori della ditta Manili della pericolosità delle sostanze contenute nei serbatoi, dove non era mai stata fatta la bonifica. Un'omissione che, secondo i giudici e i periti dell'accusa, sarebbe alla base dell'incidente, causato dall'utilizzo di una fiamma ossidrica per terminare i lavori sulla superficie metallica dei silos. Il 24 novembre prossimo sarebbe dovuto iniziare il processo penale, ma Giorgio Del Papa e la sua difesa ha impugnato il tutto facendo ricorso in Cassazione contro il rinvio a giudizio. Oggi apprendo la notizia dal mio avvocato che la Cassazione deciderà a ottobre sul ricorso di Del Papa. Ma per la seconda volta viene alla mia famiglia fatta un'altra richiesta di risarcimento. Sono passati quasi tre anni, e l'anno scorso ci fu la prima richiesta: di oltre 35 milioni di euro. Ora mi chiedo se anche quest'anno la cifra sia sempre quella oppure se hanno messo in conto anche gli interessi, visto il tempo che è passato. Sottolineo che a mio fratello Giuseppe Coletti è stata stroncata la vita e a Giorgio Del Papa non è stato neanche dato un giorno di carcere e tanto meno gli arresti domiciliari. Questa è la giustizia italiana! In tre anni mio fratello è stato ucciso diverse volte, ora dico basta. Degli operai che partono la mattina per fare il loro dovere, per mantenere la famiglia e fare una vita onesta e dignitosa, non meritano di morire. Come non meritano che la loro dignità venga calpestata da assurde richieste di risarcimento, mandate da chi li ha uccisi. Non lo permetto! Vorrei che Del Papa sapesse che la vita di quattro persone vale molto più di qualsiasi cifra che lui chiede. Ma il peggio di tutto è che è ancora libero, e che lo Stato italiano gli permette di fare queste cose. Chiedo inoltre di poter incontrare il Presidente della Repubblica per poter parlare personalmente con lui: «Egregio Presidente della Repubblica, La invito, dopo tutte le parole spese chiedendo più sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, a non firmare assolutamente il Dlgs correttivo al Dlgs 81/08. Se è coerente con le sue dichiarazioni, non può firmare un decreto che è un colpo fatale alla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro». Io non mi arrenderò e non permetterò più che la memoria di mio fratello e delle altre vittime venga calpestata, sono esseri umani morti per lavorare, non per divertimento. Finché avrò vita li difenderò; di sicuro non mi limiterò a fare fiaccolate, ma cercherò di fermare chi ancora una volta vuole calpestare i lavoratori di Italia. Basta prendersela con Giuseppe Coletti e le altre vittime della Umbria Olii. Condividi