vinti s..jpg
PERUGIA – “La sfortunata uscita del ministro Calderoli sulla necessità del ritorno alle gabbie salariali, poi corretta con l’ipotesi di introduzione di buste paga diverse territorialmente, parametrate sui differenti costi della vita tra Nord e Sud, la dice lunga sull’attacco che la Lega e il governo Berlusconi vogliono portare al mondo del lavoro”. Con queste parole il capogruppo di Rifondazione comunista Stefano Vinti critica la proposta del ministro che propende verso un ritorno ad una situazione “cancellata dalla grande stagione di lotta operaia dell’autunno caldo del 1969 e dallo Statuto dei lavoratori”, quindi nel solco dell’accordo dello scorso 22 febbraio tra governo, Cisl e Uil, che insieme al federalismo fiscale va verso lo “smantellamento” del contratto nazionale di lavoro. “Viene da dire – afferma Vinti - ci risiamo: le destre nel precedente governo Berlusconi hanno provato in tutti i modi a introdurre la libertà di licenziamento, attaccando l’articolo 18, adesso invece vogliono cancellare, così come ha chiesto Confindustria, il contratto nazionale collettivo di lavoro. Inoltre, ci verrebbe da dire – continua - che nel nostro Paese le gabbie salariali già ci sono. Non solo abbiamo i salari che in Europa crescono di meno, ma in Umbria, ad esempio, abbiamo retribuzioni che sono inferiori del 10 per cento rispetto alla media del Centro-Nord”. “Per questo la proposta di Calderoli ci indigna: il governo – afferma Vinti - farebbe bene a mettere in campo qualche concreta misura a favore dei lavoratori, che possa aiutarli ad alleviare i colpi che la crisi sta portando ai bilanci delle famiglie. Occorre fare pagare le tasse ai ricchi e aumentare stipendi e pensioni, aumentando retribuzioni che sono tra le più basse nel continente e detassando i redditi da lavoro dipendente, che sono quelli che sopportano per gran parte il carico della pressione fiscale. E in Umbria – aggiunge - dobbiamo fare ancora qualcosa di più per contrastare la crisi: già siamo intervenuti per sostenere chi sta perdendo il lavoro o è in cassa integrazione; adesso dobbiamo fare un altro passo e introdurre velocemente il reddito sociale per i disoccupati e i precari, anche come strumento per far aumentare il minimo salariale e restituire al lavoro dipendente tanta di quella ricchezza che negli ultimi decenni è andata verso i profitti e le rendite”. Condividi