PERUGIA - C’è anche il Fondo regionale per la locazione tra le strategie individuate dalla Regione Umbria per rispondere al crescente fabbisogno di alloggi in locazione sul territorio regionale. Alle richieste di abitazione provenienti dalle cosiddette categorie disagiate si aggiungono infatti quelle di nuove tipologie di utenti, tra cui le famiglie di recente costituzione, gli studenti, gli anziani e i lavoratori in mobilità. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Politiche sociali e abitative Damiano Stufara, ha recentemente adottato i criteri e le modalità per la gestione del Fondo regionale per l’affitto “il cui obiettivo – ha detto l’assessore - è di ridurre i costi di locazione e di favorire l’incontro tra i proprietari di immobili ed i soggetti in condizioni di bisogno abitativo. Il fondo, previsto nell’ambito del Piano triennale 2008/2010 di edilizia residenziale pubblica, ha una dotazione finanziaria di 4 milioni e mezzo di euro. Risorse consistenti – sottolinea Stufara - che andranno ad affiancare gli interventi realizzati dalla Regione per accrescere il patrimonio in locazione, sia a canone concordato che a canone sociale. Per valutare l’impatto sociale di questa misura – ha aggiunto, si partirà in via sperimentale nei due Comuni capoluogo per poi estendere il Fondo ai comuni definiti ‘ad alta tensione abitativa’. L’atto approvato dalla Giunta, che dopo la pausa estiva sarà oggetto di concertazione con i Comuni interessati, i sindacati degli inquilini e le associazioni della proprietà edilizia, affida alle “Ater” (Aziende territoriali per l’edilizia residenziale) provinciali la gestione e le risorse del Fondo, riconoscendo loro un compenso dello 0,2% del contributo erogato per ciascun contratto di locazione nel primo anno di vigenza. Saranno quindi le “Ater” a reperire gli alloggi disponibili tramite un avviso pubblico rivolto ai proprietari. Gli interessati daranno la propria adesione con un apposito modello, in cui devono essere tra l’altro dichiarate l’ubicazione, la dimensione e i dati catastali dell’alloggio. Una volta raggiunto il numero minimo di 50 alloggi per ciascun capoluogo, le Aziende predisporranno l’avviso pubblico per agli affittuari. Il bando suddividerà gli immobili disponibili per grandezza (minori mq 50, tra mq 50 e mq 75, tra mq 75 e mq 100, oltre mq 100) e per ubicazione (centrale, semicentrale, periferico) ed indicherà i requisiti soggettivi e di reddito per accedere al Fondo regionale. Gli aventi diritto saranno chiamati dall’Azienda a scegliere l’alloggio tra quelli disponibili in base alla data di presentazione della domanda. Nella scelta si dovrà tener conto delle dimensioni dell’immobile rispetto al numero dei componenti il nucleo familiare e dell’entità del canone. Questo per evitare situazioni di sovra o sotto utilizzo dell’alloggio e di congruità rispetto alle effettive capacità economiche del nucleo familiare. Il contratto di affitto verrà stipulato tra proprietario ed inquilino. Il canone di locazione sarà a canone concordato, ma se l’offerta di alloggi è inferiore alla domanda e tale da non poter soddisfare tutte le richieste pervenute, l’”Ater” potrà reperire alloggi da affittare sul mercato a canone libero. Al proprietario che affitta a canone concordato è riconosciuto un incentivo “una tantum” di mille 500 euro. Per quanto riguarda gli inquilini, l’atto stabilisce una percentuale ideale di incidenza tra canone e reddito del 24%. Se l’affitto dell’alloggio incide sul reddito del nucleo familiare in misura inferiore rispetto alla percentuale stabilita, l’”Ater” non corrisponde alcun contributo all’inquilino che paga interamente il canone d’affitto. In questo caso anche l’affittuario può beneficiare di un’agevolazione “una tantum”, pari all’importo della caparra da versare al proprietario. Qualora invece l’incidenza canone-reddito sia superiore alla percentuale stabilita il contributo mensile viene stabilito sulla base dell’eccedenza percentuale fino ad un massimo di 250 euro al mese. Il contributo mensile viene corrisposto dall’”Ater” all’inquilino per 3 anni e pagato con cadenza bimestrale posticipata. Anche in questo caso l’inquilino ha diritto all’incentivo “una tantum” pari all’importo della caparra da versare al proprietario. Il contributo per l’affittuario viene corrisposto sia in caso di canone “concordato” che di canone libero. Ai proprietari sono infine offerte garanzie in caso di morosità degli inquilini. Condividi