di Amedeo A. Babusci - Segretraio del Circolo
Sulla realizzazione di un punto vendita Ikea nel territorio del comune di Perugia, riteniamo che a oggi nessuno ancora si sia seriamente interrogato sulle inevitabili trasformazioni e ripercussioni negative che tale progetto, senza un serio intervento politico, rischia di portare con se.
Vogliamo garanzie sulla qualità del lavoro: che i futuri trecento lavoratori Ikea abbiano garanzie contrattuali solide e che l’arrivo dell’ennesima multinazionale sul nostro territorio non sia uguale a tanti arrivi e drammatiche partenze che hanno sempre lasciato dietro di se numeri elevati di lavoratori disoccupati e famiglie private del proprio reddito.
Non è chiaro inoltre quale sarà il legame tra la multinazionale svedese e le molte piccole imprese artigiane che da anni, nei nostri territori, operano nel settore dell’arredamento: se da un lato siamo in forte ritardo nella valorizzazione di queste esperienze nei confronti di altre regioni italiane che non sempre possono vantare tradizioni e background pari alle nostre, dall’altra ad oggi non ci sono garanzie che Ikea abbia intenzione di inserire tra i suoi fornitori aziende locali.
Su queste problematiche le amministrazioni interessate dovranno interrogarsi e dare risposte perché a oggi non riteniamo fondamentale l’apertura dell’ennesimo centro commerciale a Perugia.
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