ASSESSORE BOTTINI. Innanzitutto, un apprezzamento per il Consiglio regionale che si è voluto in qualche maniera cimentare su un tema importante, complesso, delicato come quello degli allevamenti zootecnici, come quello della compatibilità con i territori ambientale, di determinate attività tra cui questa, come quella dell’equilibrio che bisogna tenere tra esigenze dell’economia ed esigenze dell’ambiente, come tentativo anche di guardare avanti in prospettiva caricandosi sulle spalle una storia, come storia è ogni volta che ci sono problemi di questa natura, cercando, però, di entrare in una logica - almeno questa non può essere diversamente - di governare questi aspetti, non di rimuoverli e scansarli, una logica quindi che va oltre la denuncia, ma che alla denuncia legittima fa corrispondere anche il tentativo di governare questi aspetti. Oggi, al di là del protocollo che può essere stata la motivazione che ha dato modo di formulare una mozione e poi di presentare un ordine del giorno sul quale credo possano convergere le sensibilità, gli atteggiamenti, le politiche di coloro che ho ascoltato, noi ragioniamo di un tema che sì da questo punto di vista riguarda territori come i comuni di Bettona, Cannara, Bastia, ma che potrebbe riguardare anche altri territori della nostra regione, come li riguarda, del resto, e si tratta evidentemente di entrare nella logica di conciliare e non di rimuovere in via definitiva un’attività che può essere anche questa una significativa attività di filiera, sulla quale profondere degli sforzi. Ma possiamo dire che oggi forse non è così, possiamo dire che la soccida sicuramente è una contrazione enorme delle virtuosità economiche che si possono determinare con gli allevamenti, ma è altrettanto vero - il protocollo lo dice - che l’uscita deve essere una filiera positiva che rilancia sul versante anche della gastronomia, possibile, tra l’altro, perché l’abbiamo conosciuta su Bettona, con la presenza di un salumificio, oggi acquisito da quello Alto Tiberino, e che potrebbe con l’aiuto anche di agenzie come Sviluppumbria, riconsentire quel supporto per dare valore aggiunto a delle attività altrimenti molto asfittiche. Questo è l’impegno, questa la prospettiva, la traiettoria sulla quale ci dobbiamo muovere e io credo che la logica del governo debba prevalere in via decisa a qualunque altra logica perché questi aspetti, pur complessi, vanno indirizzati, governati, trovare le convergenze, gli equilibri, le risorse, muovere in quella direzione con un punto evidente che ne tocca tanti altri (l’economia, l’agricoltura, etc.) che io in via prioritaria e inevitabilmente per deleghe tocco sul versante ambientale, ma di un miglioramento deciso per quello che abbiamo conosciuto, per quello che è oggi la tenuta ambientale di un territorio significativo e vocato sicuramente in via prevalente alla filiera Turismo–Ambiente–Cultura, che non significa, ovviamente, abbandonare l’articolazione di tutta una serie di attività compresa questa e gli obiettivi prevalenti del protocollo, che era in un certo senso preadottato, da approfondire, da verificare, da limare per trovare ulteriori consensi. Tra l’altro, inseribile nella prospettiva del Piano di tutela delle acque, che oggi è assegnato al Consiglio regionale, e che ci indica le modalità sulle quali trovare il giusto equilibrio tra i capi di suini e il territorio in questione, punto sicuramente importante, visto che quel territorio ha conosciuto, sicuramente fuori scala, i 70–80 mila maiali che non torneranno più su quel versante. Quindi questo Piano di tutela delle acque, ma anche segnalazioni che venivano dalle agenzie che per missione fanno il controllo. Mi riferisco all’ARPA in via prevalente che ci ha segnalato ripetutamente delle problematiche, ma che poi vanno raccolte e messe sul tavolo del Governo perché non basta segnalare gli sversamenti, quello che avviene o è avvenuto. Noi cerchiamo di scrivere una pagina nuova, una pagina con il coinvolgimento il più largo possibile di tutti i cittadini alla stessa stregua di come cerchiamo la positività del rapporto con le istituzioni; perché questo è un problema che ha una storia per cui il coinvolgimento deve essere largo, abbondante, un po’ di tutti, vanno trovate le modalità del coinvolgimento. Da questo punto di vista il protocollo, l’ordine del giorno raccoglie questo aspetto e su questo aspetto rilancia cercando di coinvolgere anche movimenti, comitati per l’ambiente che si sono comprensibilmente mossi e allertati sulla tematica che è storica e che vanno inevitabilmente resi partecipi, informati, messi nella posizione di contribuire, di governare tutti i passaggi, di evidenziare le linearità o le storture, ma senza mettere fuori fondamentalmente nessuno. Il protocollo, nei suoi punti salienti, parla di riduzione importante della quantità di suini sopportabili dai tre territori in questione e, in particolare, dal Comune di Bettona, con un abbassamento verticale della quantità dei suini stessi. Il secondo punto molto rilevante parla di revamping di un impianto con l’obiettivo fondamentale di abbassare la quantità dei nitrati presenti e per chi ha definito nella nostra regione le aree vulnerabili sa benissimo che si tratta di un obbligo al quale bisogna corrispondere con investimenti e tecnologie, altrimenti rischiano le nostre falde, le nostre sorgenti, e su questo dobbiamo evidentemente cambiare passo. Quindi revamping di quella struttura, e tutto questo con risorse private, non sempre succede che lo sforzo che si produce si faccia con risorse private come in questo caso, il tutto condito da un rafforzato meccanismo di controllo che, ovviamente, non inserisce in questo il gestore, ma mette un focus sul gestore stesso composto da rappresentanze istituzionali della Regione, della Provincia, dei Comuni in questione e di ARPA in grado di vedere il rispetto degli impegni per come vengono messi in capo dal protocollo su ogni soggetto. Questa è la prospettiva fondamentalmente sulla quale dobbiamo impegnarci e credo che da questo punto di vista ci serva un’uscita, una presa di coscienza, una consapevolezza che bisogna cogliere l’obiettivo di un deciso miglioramento sul versante della sostenibilità ambientale di Bettona, di Cannara e di Bastia. È questo l’obiettivo che ci siamo posti in qualche maniera con il protocollo predisposto alcuni mesi fa e che oggi mi sento di rimettere nel percorso che dovrà portare alla sua sottoscrizione, ma con un accorgimento che mi sembra che l’ordine del giorno dica: con la Giunta regionale che rende conto anche al Consiglio di qualunque mancato rispetto degli impegni previsti dal protocollo, compresa qualunque variazione di progetto, per come li conoscevamo fin d’ora, perché è evidente che una cosa sono i progetti e una cosa gli obiettivi. Gli obiettivi sono da tenere fermi, il progetto possiamo vedere se è calibrato rispetto agli obiettivi, e questo cercheremo di fare, perché non credo sia quello il punto. Quindi se c’è oggi un progetto rilanciato - non so da chi, credo dal Comune - che tocca e inserisce nel trattamento dei reflui anche la gestione delle biomasse, sappiamo bene che anche questo è un punto aperto in tante zone della nostra regione, ma che ha bisogno di autorizzazioni che passano per la Regione e per le Province, dove niente è automatico e scontato, e in ogni caso cardini e parametri non è che vengono rimossi, o si abdica perché si cambia progetto tecnico; quello verrà inevitabilmente valutato e vagliato, ne prenderemo consapevolezza e coscienza, faremo le nostre analisi per quanto di competenza, ma questo fondamentalmente si fa in una logica, ripeto, dove le ragioni dell’economia e dell’ambiente non possono essere soffocate. Lo strumento per esaltare anche la responsabilità di ogni soggetto è quello di arrivare a una sottoscrizione, a un rendiconto al tavolo giusto, con tutti i protagonisti che è anche il miglior modo per vedere se ognuno di questi soggetti il proprio compito l’ha fatto e non tirarsi fondamentalmente da parte e lasciare spazio al non governo. Quindi la discussione di oggi, forse magari anche un po’ in ritardo, poteva avvenire anche prima, sulla scorta dei tempi, della presentazione delle mozioni, dei protocolli e così via, sicuramente dà un contributo, indica ulteriormente una strada da percorrere sulla quale lavorare insieme ai comitati, ai soggetti previsti in qualche maniera dal protocollo, lavorare a tutto tondo per cogliere effettivamente quegli obiettivi Questo significa fare l’interesse generale di una comunità, dare le opportunità a una comunità, trovare l’equilibrio giusto per consentire che varie attività si sviluppino in un contesto territoriale e si muovano nel pieno rispetto dell’ambiente, ma anche - questo lo do per scontato - delle normative vigenti. Perché le normative vanno rispettate, ci sono gli organi di controllo, c’è una precisa sequela di attori e di responsabilità su questo versante che non deve certo frenare gli obiettivi fondamentali di questo protocollo da sottoscrivere entro i tempi possibilmente che prevede l’ordine del giorno, ma che sicuramente saranno preceduti, questa è una volontà, da ulteriori aggiornamenti e comunicazioni della Giunta regionale sul tema, che credo debba rendere consapevole il Consiglio regionale di dove eventualmente si possono trovare difficoltà o meno, ma effettivamente con quale tempistica, speditamente, si può andare in quella direzione. Perciò il lavoro fatto - e raccolgo anche le riserve, qualche perplessità e così via – si aggiunge fondamentalmente alle cose per come le abbiamo finora mosse, e da domani si comincia a rilavorare su quel protocollo per migliorarlo ulteriormente, raccogliendo le indicazioni dell’ordine del giorno, ma, ripeto, prima della sua sottoscrizione si renderà di nuovo conto al Consiglio regionale. Condividi