Era il 30 giugno scorso quando, al termine di uno sbrigativo dibattito, il Consiglio regionale dell'Umbria approvava, con due soli voti contrari, quelli del capogruppo di Rifondazione Comunista, Stefano Vinti, e del capogruppo dei verdi e civici, Oliviero Dottorini, una mozione (poi trasformata in risoluzione) relativa alla approvazione della deliberazione della Giunta regionale 1099/2008 avente come oggetto "TAVOLO TECNICO ISTITUZIONALE SULLE PROBLEMATICHE AMBIENTALI GENERATE DALLA ZOOTECNICA NEL TERRITORIO UMBRO – TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE NEI TERRITORI DEI COMUNI DI BETTONA, BASTIA UMBRA E CANNARA – APPROVAZIONE SCHEMA PROTOCOLLO D'INTESA – SOLLECITAZIONE NEI CONFRONTI DELLA G.R. MEDESIMA AI FINI DELL’IMMEDIATA STIPULAZIONE DI DETTO PROTOCOLLO".
La eccezionalità di tale evento sta nel fatto che quell'atto era stato ispirato dalla minoranza consiliare (l'intero centro detra Udc compreso), tant'è che la mozione primitiva recava le firme dei consiglieri Lignani Marchesani, Mantovani, Zaffini, Modena, De Sio, Nevi, Fronduti, Santi, Sebastiani, Melasecche Germini e Tracchegiani ed è stata la prima volta nella ormai lunga storia del Consiglio regionale dell'Umbria che si è verrificato un fatto del genere, ovvero che su una questione così delicata si verificasse la convergenza, addirittura in forma per di più subordinata, della parte maggioritaria del centro sinistra che governa la Regione (gruppo PD in primo luogo) su un documento proposto dalla minoranza consiliare.
Dal resoconto stenografico di quella seduta è possibile ricostruire quel fatto eccezionale, come pure è possibile renderci perfettamente conto delle ragioni che ispirarono quella "rottura" nella che consenti il formarsi di una "maggioranza del tutto particolare", sulla quale siano chiamati a riflettere alla luce anche di quanto sta accadendo in questi giorni, ovvero ai provvedimenti giudiziari che hanno portato all'arresto di numerosi personaggi, affaristi senza scrupoli ed anche uomini delle istituzioni che risultano ugualmente compromessi nella gestione illegale del depuratore di Bettona.
Per consentire ai nostri lettori di farsi un idea del clima di compromissione che in quella circostanza si venne a stabilire in seno al Consiglio regionale umbro, abbiamo ritenuto opportuno riportare integralmente il resoconto stenografico di quella seduta del tutto particolare.
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PRESIDENTE BRACCO. Il primo firmatario è il Consigliere Lignani Marchesani, è lei che illustra la mozione, Consigliere Lignani? Ha la parola per l’illustrazione.
LIGNANI MARCHESANI. Molto brevemente, anche perché credo che la mattinata sia stata spesa proficuamente con i colleghi del Consiglio regionale e con l’Assessore per trovare una condivisione di fondo allo spirito di questa mozione, che è stata redatta insieme al collega Mantovani e sottoscritta da tutti i Consiglieri del Centrodestra con lo spirito di dare una mano a trovare una soluzione finale a un’emergenza annosa per quanto concerne principalmente il comune di Bettona, ma estesa anche, sia pure in maniera più marginale, ai comuni di Bastia Umbra e Cannara, e per quanto concerne appunto una volontà ferma dell’Amministrazione comunale bettonese, insediatasi nel 2007, di venire a capo del problema della popolazione suina all’interno del comune e di trovare una soluzione ambientale consona e al passo con i tempi.
Come è noto, la delibera cui si fa riferimento nella mozione, la 1099/2008, è un recepimento di una stesura di protocollo con 8 sottoscrittori di natura istituzionale e non, insieme alla Regione dell’Umbria, la Provincia di Perugia, i tre Comuni prima citati, Sviluppumbria, l’A.S.L. n. 2, e la cooperativa Codep, che gestisce la maggior parte degli allevamenti bettonesi, per trovare degli stati di avanzamento e delle possibilità di soluzione del problema.
La mozione ha lo scopo di sollecitare la Giunta regionale alla sottoscrizione di questo protocollo, che nonostante sia stato steso a più mani, con la collaborazione in prima persona dell’ARPA e dell’Assessore Bottini, ad oggi non trova un riscontro di firma da parte del capofila, che appunto è la Regione dell’Umbria, e senza la quale diventa anche problematico trovare la sottoscrizione degli altri soggetti coinvolti, a parte i Comuni.
Lo spirito della mozione è stato anche quello di sottolineare il fatto che il Comune di Bettona e la Codep hanno in questi mesi operato come se il protocollo fosse in qualche modo stato già siglato e, nonostante comprendiamo alcune resistenze che ci possono essere per questioni direi più ideologiche che di vera natura ambientale, e di cui abbiamo anche discusso questa mattina, credo che l’ordine del giorno, redatto insieme all’Assessore, al collega Mantovani e al collega Baiardini, possa essere una soluzione condivisibile, con delle integrazioni che abbiamo condiviso come gruppi di Centrodestra, fermo restando che l’abbiamo integrato, in maniera positiva a nostro avviso, con non un termine ultimativo, ma sicuramente un termine entro il quale si debba verificare lo stato di avanzamento anche per quanto concerne la firma della Giunta regionale o di verificare gli eventuali impedimenti che ci possono essere da qui alla data del 30 settembre, che è stata in qualche modo condivisa da coloro che questa mattina si sono riuniti per trovare questo tipo di soluzione.
Per quanto ci concerne, ovviamente con il collega Mantovani con il quale abbiamo condiviso questo stato di cose, ritiriamo questa mozione per farla sostituire con l’ordine del giorno redatto a più mani - che pregherei a questo punto di mettere all’attenzione del Consiglio regionale, credo che copia ne abbia il collega Baiardini - che integra, non solo con il termine, ma anche con una migliore prefigurazione della riduzione dei capi per quanto concerne il Comune di Bettona, che se ne farà carico con proprio regolamento, per quanto concerne anche una proficua soluzione di tipo ambientale, lasciandone aperta in qualche modo la soluzione, per quanto concerne anche la creazione di un tavolo tecnico–istituzionale, dall’altro, e da un altro tavolo di concertazione che possa coinvolgere cittadini e comitati negli stati di avanzamento. Credo che questa possa essere una sintesi condivisibile, redatta a più mani, il collega Baiardini che ne è stato coautore potrà integrare in maniera più puntuale, visto che vive il territorio, insieme al collega Mantovani e per quanto ci concerne come Centrodestra andiamo al ritiro per condividere questo documento. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, Consigliere Lignani. Ha chiesto di parlare il Consigliere Baiardini. Voglio solo precisare che i proponenti possono ritirare la mozione, che può essere sostituita da una risoluzione, oppure viene emendata la mozione. Noi abbiamo queste due possibilità.
LIGNANI MARCHESANI. È una risoluzione.
PRESIDENTE. Si propone una risoluzione che sostituisce la mozione che ha dato origine a questo dibattito. Prego, Consigliere Baiardini.
BAIARDINI. Credo che abbia bene sintetizzato il lavoro che è stato fatto in occasione di questo appuntamento del Consiglio regionale e che ci ha portato alla stesura di una risoluzione che consentisse di assumere un orientamento condiviso in Consiglio regionale in ordine al problema annoso degli allevamenti zootecnici presenti in alcuni comuni della nostra regione, in particolare a Bettona, Bastia e Cannara.
La risoluzione tiene conto evidentemente già delle osservazioni che venivano poc'anzi ricordate dal collega Lignani Marchesani. Io cercherei di essere il più rapido possibile dando lettura della risoluzione stessa, per poi riservarmi qualche considerazione finale.
“Il Consiglio regionale
Premesso che la Giunta regionale, in data 3 settembre 2008, ha definito uno schema di protocollo d'intesa con l’obiettivo di affrontare e risolvere i problemi ambientali generati dalle attività zootecniche nel territorio umbro e, in particolare, a tutela e a salvaguardia dell’ambiente nei territori dei comuni di Bettona, Bastia e Cannara;
Preso atto che i Consiglieri di minoranza, in data 26 gennaio, presentavano una mozione con la quale sollecitavano la Giunta a procedere alla sottoscrizione del protocollo d'intesa sopra richiamato;
Considerato che intorno al problema degli allevamenti zootecnici si sia generato un forte allarme sociale sulle conseguenze ambientali e sanitarie di tali attività;
Valutato che in merito ai contenuti del protocollo sia necessario puntualizzare che occorra ancora:
Definire il numero di capi suini che graviteranno sui singoli territori comunali con l’obiettivo comunque di riduzione del numero di capi consentiti nel comune di Bettona;
Valutare e monitorare i progetti di investimento ed eventuali modifiche in ordine al trattamento dei reflui, affinché siano fortemente coerenti con gli obiettivi indicati nel protocollo a tutela dell’ambiente, costituendo a tal fine un comitato interistituzionale;
Coinvolgere le popolazioni locali e i comitati ambientali attraverso procedure di partecipazione e controllo sullo stato di avanzamento dei lavori e sulla loro efficacia;
Assumere tutti quegli interventi utili alla bonifica ambientale;
Impegna la Giunta:
- a promuovere la sottoscrizione del protocollo con le specifiche indicate dalla presente risoluzione;
- a relazionare al Consiglio regionale sul relativo stato di avanzamento entro il 30 settembre 2009”.
Questo è il lavoro che abbiamo fatto, anche sulla base del protocollo d'intesa preadottato dalla Giunta regionale ormai, come ricordavo, nel settembre del 2008, essendo stato preadottato come processo di lavoro affinché si potesse davvero definire concretamente quali impegni dovevano essere assunti da tutte le istituzioni, soprattutto dai soggetti in campo. Con le puntualizzazioni riportate su questo protocollo - e ribadisco numero dei capi, valutazione monitoraggio dei progetti di investimento, un comitato interistituzionale che sovrintenda a questo processo, il coinvolgimento delle popolazioni locali e dei comitati affinché ci sia un controllo diffuso su quanto sarà realizzato e in più assumere l’impegno che verranno realizzati tutti quegli interventi utili alla bonifica ambientale - da questo punto di vista credo sia possibile uscire da questo Consiglio regionale con un orientamento che riaffermi la possibilità di realizzare nella nostra regione attività zootecniche fortemente coerenti anche con il principio primario della tutela ambientale e sanitaria.
Su questo lavoro, che dovrà essere fatto dalla Giunta regionale per poter tranquillizzare tutti quanti sulla bontà dei progetti che sono all’ordine del giorno, credo che la Giunta, assumendosi l’onere di relazionare tra l’altro al Consiglio regionale sullo stato di avanzamento di questi lavori, possa dire concluse con soddisfazione queste scelte di carattere strategico. Questo era il lavoro che ci siamo sentiti alcuni di noi di promuovere e realizzare e la risoluzione, che qui è chiamata “ordine del giorno”, ma la modifichiamo come drafting immediato, la consegno alla Presidenza.
PRESIDENTE. Grazie, Consigliere Baiardini. Adesso noi abbiamo una risoluzione sulla quale il dibattito si sviluppa secondo le stesse regole della mozione, quindi ogni gruppo può fare un intervento, ha quindici minuti di tempo e le dichiarazioni di voto hanno la durata di due minuti. Ha chiesto di parlare la Consigliera Girolamini. Prego, Consigliera.
GIROLAMINI. Sarò brevissima, nel senso che va benissimo la proposta fatta dal Consigliere Baiardini a nome mi pare di tutti i gruppi, scritta a più mani etc..
L’unico punto che ripropongo qui è lo stesso che ho proposto alla riunione dei Capigruppo, cioè io vorrei che oltre all’aspetto ambientale, che è importantissimo e su cui è spostato tutto il protocollo d'intesa, però ci sia anche l’aspetto del valore economico delle attività produttive di allevamenti che sono appunto lì e che debbono essere quindi compatibili con le questioni ambientali, però vorrei che venisse proprio recuperata, questa è la proposta, anche la valenza economica delle produzioni zootecniche di quell’area. In questo senso credo che il problema sia da condividere sia per quanto riguarda l’Assessore all’Ambiente sia per quanto riguarda l’Assessore allo Sviluppo agricolo. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, Consigliera Girolamini. Consigliere Dottorini.
DOTTORINI. Presidente, Colleghi, la mozione presentata dai colleghi del Centrodestra, che oggi viene ritirata, trattava di un tema che ci portiamo dietro ormai da molto tempo e al quale sembra non si riesca a dare una risposta concreta ed efficace, una risposta che i cittadini di Bettona chiedono da anni e che soprattutto li rassicuri sul proprio futuro e sulla tutela ambientale ed economica del territorio in cui vivono.
Il problema, in realtà, è più complesso e ci rimanda all’analisi delle strategie di sviluppo di una Regione come l’Umbria che - non ci stancheremo mai di ripeterlo - deve puntare su uno sviluppo sostenibile, duraturo e non imitabile per rendere credibile e coerente la propria immagine nel mondo in un contesto di delocalizzazioni produttive sempre più aggressive e di competitività che quando si basano sul prezzo e sulla quantità risultano perdenti in partenza.
In questo contesto il regime di soccida, che ha caratterizzato nella gran parte gli allevamenti in questi anni, è quanto di più arretrato e sconveniente un territorio possa desiderare e non solo dal punto di vista ambientale dal momento che stimola una economia subalterna in cui al soccidario viene richiesta poco più che la prestazione d’opera. È un’economia debole quella che punta sulla quantità, invece che sulla qualità e sulla certificazione, quella che non elabora strategie, che non lega le produzioni al territorio e alla sua cultura. Accettare di fare i terzisti accogliendo decine di migliaia di capi di suini per ingrassarli, smaltirne i reflui, al massimo lavorarli e poi rinviare la produzione alla casa madre, solitamente ubicata fuori Regione, è sintomo di un’arretratezza economica che l’Umbria non può più permettersi.
Turismo, agricoltura e attività enogastronomiche sono per l’Umbria un autentico patrimonio da custodire gelosamente facendo sempre molta attenzione a non danneggiarlo e a non compromettere l’enorme potenzialità. Nel caso di Bettona, ma potremmo aggiungere Marsciano e altre terre della nostra Regione, questo è avvenuto in modo sistematico.
Un problema che a noi Verdi e civici non giunge nuovo, visto che già in passato abbiamo preso posizione in merito, anche presentando due interrogazioni alla Giunta che purtroppo non hanno mai avuto risposta. Ora, è necessario capire se si vuole continuare ad abusare delle ragioni della popolazione oppure se si vuole finalmente trovare una soluzione reale al problema. A nostro avviso, la mozione presentata dai gruppi di opposizione rappresentava una sorta di presa in giro nei confronti dei cittadini e aveva il solo pregio di palesare le vere intenzioni dell’Amministrazione comunale di Bettona.
(Intervento fuori microfono del Consigliere Sebastiani: “Modera le parole! Modera le parole!”)
I colleghi del Centrodestra, Consigliere Sebastiani, chiedono di impegnare la Giunta a sottoscrivere immediatamente quello che fino ad oggi è soltanto uno schema di protocollo d'intesa, preadottato dalla Giunta stessa nel settembre 2008. Certamente la chiave di lettura di quel protocollo non può essere data dal progetto predisposto dal Comune di Bettona, che prevede di realizzare un impianto a biomasse, progetto che risulta sia da un documento del Comune stesso che dalle dichiarazioni del Vice Sindaco Bazzoffia.
Ricordando che l’obiettivo del richiamato protocollo è quello della tutela e della salvaguardia dell’ambiente e della salute nel territorio dei comuni di Bettona, Bastia Umbra e Cannara e la creazione di prospettive certe per la conduzione delle attività di allevamento suinicolo in quel territorio, rendendola compatibile con le altre attività della zona, ci sembra che tale protocollo risulti perlomeno da rivedere, se non superato da quanto prevede per il futuro il Comune di Bettona.
Vorrei sottolineare, infatti, che il progetto del Comune retto dal Centrodestra prevede, oltre a un secondo invaso di stoccaggio, anche la realizzazione di un impianto di digestione anaerobica nel quale si prevede di conferire non solo i reflui zootecnici, ma anche ogni altra sorta di materiali: si va dai reflui di attività olearia agli scarti da mattatoio, dalle biomasse vegetali ai suini morti e triturati, dai residui delle aziende enologiche alla frazione organica dei rifiuti solidi urbani fino al conferimento di rifiuti provenienti dal ritiro di alimenti scaduti.
A questo punto, qualcuno dovrebbe spiegarci qual è l’obiettivo finale e in quale contesto e strategia viene collocato il progetto del Comune. I cittadini hanno bisogno di chiarezza. Si vuole veramente porre rimedio a una situazione che ormai da troppo tempo mette a rischio il patrimonio ambientale, economico e turistico di un territorio, che provoca l’inquinamento di un’intera area della nostra Regione a causa, ad esempio, dei continui sversamenti nel fiume Chiascio? Oppure si vuole lavorare per fare di quest’area già martoriata un centro di smaltimento di ogni tipo di rifiuti?
Il sospetto che l’obiettivo reale sia il secondo è confermato anche da quanto ha affermato il Vice Sindaco di Bettona che, difendendo il progetto dell’impianto a biomasse, ha addirittura promesso che fra i benefici derivanti dalla realizzazione dell’impianto ci sarebbe l’abolizione della tassa sui rifiuti. Il protocollo, tra l’altro, pur presentando aspetti positivi e condivisibili, come quello di incentivare la valorizzazione di un prodotto di qualità in filiera corta, presenta ancora degli aspetti molto discutibili: in primo luogo, perché prevede un numero di suini decisamente troppo elevato, 50 mila, di cui ben 40 mila delle aziende socie Codep; in secondo luogo, perché si prevede di continuare ad affidare la gestione dell’impianto, nonché il suo adeguamento e aggiornamento, proprio alla società Codep, vale a dire la stessa società che per anni non ha saputo garantire il rispetto minimo delle garanzie poste a salvaguardia della salute dei cittadini e della tutela ambientale. A dirlo sono i fatti, non noi. D’altronde, anche nelle premesse stesse del protocollo che si vorrebbe far sottoscrivere viene riconosciuto il cattivo funzionamento dell’impianto e viene descritta una situazione ormai compromessa.
La mancanza di chiarezza e trasparenza ha raggiunto livelli paradossali, se solo si pensa alla situazione che i Verdi e civici hanno già denunciato con un’interrogazione presentata all’Assessore Bottini nel marzo scorso, relativa alla contrapposizione tra le diverse sezioni della stessa Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale. Vorrei ricordare che l’ARPA territoriale ha sempre fornito dati rassicuranti riguardo alla situazione ambientale di Bettona e dintorni, ma le centraline dell’ARPA provinciale hanno invece registrato una serie di anomalie e allarmi ambientali, che hanno indotto l’agenzia stessa a una missiva con la quale si sottolineano anomalie ambientali registrate dalle centraline di monitoraggio della qualità dell’acqua e attribuibili, con ogni probabilità, a consistenti sversamenti di liquami di origine zootecnica.
Il fatto che la posizione del responsabile territoriale dell’ARPA, tra l’altro Consigliere comunale del Centrodestra, sia in così palese contrasto con quanto afferma il Direttore del Dipartimento provinciale di Perugia induce a qualche riflessione sull’affidabilità e sull’efficacia dei controlli.
Con la nostra interrogazione abbiamo chiesto con fermezza che si facesse luce su una situazione che da anni mette in serio pericolo la salute dei cittadini di Bettona e dei comuni limitrofi interessati dai continui sversamenti di liquami. Abbiamo inoltre chiesto all’Assessore Bottini che la Regione attivasse da subito un tavolo tecnico – composto da ARPA, A.S.L., Provincia di Perugia, Comuni di Bettona, Torgiano, Bastia, Cannara, Codep, Comitato per la tutela dell’ambiente di Bettona e dalla Regione stessa – per cercare di risolvere la situazione della laguna di Bettona una volta per tutte e dare soluzione al palese conflitto di interessi che vede la Codep impegnata sia nella veste del controllare gestore dell’impianto di depurazione che nella veste di controllato produttore di reflui zootecnici per il depuratore.
Per quanto ci riguarda, quindi, riteniamo che sarebbe stata da respingere la mozione presentata dal Centrodestra e ribadiamo che occorre una maggiore regolamentazione del numero dei capi suini, individuando un limite molto inferiore ai 50 mila capi previsti dal protocollo; una decisione inequivocabile che escluda l’ipotesi di realizzazione di un secondo invaso per i liquami, la scelta di escludere in maniera decisa la possibilità di trasformare l’impianto di trattamento dei reflui in un impianto a biomasse, così come prospettato dal Comune di Bettona, la necessità di individuare un soggetto diverso dalla Codep per la gestione dell’impianto di trattamento, il tutto inaugurando una stagione nuova che preveda processi trasparenti e coinvolgimento diretto di cittadini e comitati nella ricerca di strategia sostenibili e nel controllo dell’operato di chi gestirà possibili impianti.
I cittadini di Bettona e dei comuni limitrofi hanno diritto a una risposta e a delle soluzioni efficaci e trasparenti. Per questo crediamo che occorra fermare tutto e fare una valutazione seria sul territorio affidata a soggetti tecnici che tenga conto dell’interesse generale della collettività e non di presunti business, che avranno ricadute gravi sulla popolazione e sull’ambiente.
Ora, l’ordine del giorno che prevede il ritiro della mozione e che viene presentato fa dei passi in avanti, introduce degli elementi nuovi, ma non risolve i nodi centrali. Io penso che ci sia tra il Centrodestra e il Centrosinistra una visione diversa di come risolvere questo problema. Questa mozione che è frutto di un accordo con il Centrodestra ritengo che lasci aperte le strade a tutte le possibili soluzioni, mentre invece è arrivato il momento di decidere. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, Consigliere Dottorini. Non ho altri iscritti a parlare… L’Assessore parlerà per ultimo. Consigliere Mantovani.
MANTOVANI. Presidente, colleghi Consiglieri, dopo due anni di lavoro che hanno portato la Giunta regionale dell’Umbria a presentare uno schema di protocollo d'intesa tra tutti i vari soggetti interessati – Regione, Provincia, A.S.L., ARPA, Comuni di riferimento - uno schema presentato e varato dalla Giunta il 3 settembre 2008, finalmente, per iniziativa certamente dei Consiglieri di Centrodestra, con questa mozione, poi superata da un ordine del giorno, si va un po’ più in profondità sugli argomenti, si lancia una linea ben definita per quanto riguarda la coniugazione tra la necessità di mantenere comunque delle attività produttive e un miglioramento sostanziale di una situazione ambientale che per chi ci vive, e io vivo in quel territorio, dura ormai da molto tempo.
La distinzione che il Consigliere Dottorini vuol fare tra i diversi modi di vedere del Centrodestra e del Centrosinistra in materia ambientale è assolutamente fuori luogo, ma questo, naturalmente, fa parte di un’impostazione e di una visione che merita rispetto. Quello che non posso far passare, Consigliere Dottorini, è quanto lei ha ipotizzato circa la regolarità dei controlli specificando, anche se non ha fatto nome e cognome, l’identità del soggetto. Questo non è possibile. Perché se lei avesse avuto dubbi in proposito, avrebbe dovuto avere anche il dovere etico di richiedere ulteriori controlli, magari da parte di soggetti diversi, per verificare se quanto lei ha affermato o comunque ventilato rispondesse a verità. Questo, Consigliere Dottorini, lo considero una grave colpevolezza da parte sua…
(Intervento fuori microfono del Consigliere Dottorini: “Ho fatto un’interrogazione su questo fatto”)
E d’altra parte mi permetto di dire, Consigliere Dottorini, che non è un caso se certi partiti non sono rappresentati più in Parlamento, visto che, probabilmente, non sono al passo con la storia. …Ma non è un caso perché siete fuori dal mondo. Consigliere Dottorini, ma lei dieci anni, quindici, venti anni fa dove stava? Sulle condizioni di quel territorio? O chi per lei. Ma dove stava?
Allora io credo che con le indicazioni, ulteriormente definite dall’ordine del giorno che superano, quindi, il dispositivo della mozione, si possano coniugare le attività economiche con un miglioramento sostanziale della qualità ambientale, visto che comunque le acque che usciranno, Consigliere Dottorini, avranno un contenuto inferiore ai 200 milligrammi per litro di azoto.
Sussiste il problema dei controlli tanto nella realizzazione dell’impianto quanto nel funzionamento dell’impianto da parte non della Codep, che evidentemente non può essere controllore e controllato, ma già lo schema di protocollo definisce chiaramente chi deve fare i controlli, e i controllori sono tutti soggetti istituzionali. In più, il documento, l’ordine del giorno presentato fa partecipare, giustamente, cittadini e comitati sulla veridicità dei processi e sulla obiettività delle cifre, perché parliamo di produzione di acque che possono avere anche un riutilizzo: si parla di 200 mila metri cubi di acqua all’anno per quanto riguarda l’irrigazione.
Allora dov’è il problema? Anche perché, diciamolo pure, questo investimento da chi viene fatto? Viene fatto dal settore privato, quindi non è che dal punto di vista pubblico ci andiamo a dissanguare per realizzare quest’opera.
Ma la cosa singolare è quando lei parla di cultura. Ma, Consigliere Dottorini, noi siamo l’Umbria e io che sono di Bastia in fatto di allevamenti ai bettonesi abbiamo insegnato noi la produzione e il mercato delle carni, tutte. Tutte. Lo stesso Goethe, nel suo Viaggio in Italia, salendo verso Perugia, notò l’incredibile per lui fila di persone che con i maiali accedevano al centro storico, le risulta questo? Allora vogliamo parlare di cultura?
E quando lei parla di una produzione che poi necessariamente viene inviata altrove per la confezione finale - credo che questo sia condiviso anche da Consiglieri del PD - allora cerchiamo di favorire il compimento della filiera, perché nell’identità umbra è compreso non solo l’ambiente, ma anche la sua enogastronomia e lei sa bene che la “cultura del maiale”, se la vogliamo chiamare così, è uno degli elementi caratteristici della nostra identità culturale, piaccia o con piaccia. Semmai il problema è come mai noi che produciamo e che abbiamo sulle nostre spalle anche tutto il problema che chi abita a Bastia come me quando spira il vento da sud sente benissimo gli effetti degli allevamenti di Costano, frazione di Bastia, etc. etc., per cui è un problema che interessa tutti.
Siccome nel protocollo sono contenuti anche per quanto riguarda le stalle determinati interventi, io credo che siamo di fronte, finalmente, dopo tanti anni, troppi anni, a una sistemazione della situazione che coniughi le attività economiche con la vivibilità, a meno che non ci sia un retropensiero, ma è una scelta e bisogna dirlo che non si vogliono più a nessun costo gli allevamenti suinicoli, che ci debba essere una riconversione, ma su questo il Comune di Bettona si è già impegnato, tant’è che per sua iniziativa gli 80 mila capi di qualche anno fa li ha ridotti di gran lunga, come lei sa.
Allora credo che tutti insieme, andando verso questa soluzione, uniamo due cose che certamente, soprattutto in tempi di crisi come questi, non siano affatto dannose per la nostra storia, per la nostra identità, per la nostra economia e per la nostra vivibilità.
PRESIDENTE. Grazie, Consigliere Mantovani. Ha chiesto di parlare il Consigliere Vinti, prego.
VINTI. Avrei preferito, invece di arrivare a questo punto, che la mia interrogazione del 26 maggio 2008 avesse avuto una risposta da parte della Giunta regionale, non c’è stata, purtroppo, e oggi ci troviamo ad affrontare un problema in maniera alquanto insolita e io direi anche impropria. Insolita perché? Perché questo è un problema annoso che ha visto la politica interessarsi alla vicenda con diverse sfaccettature a diversi livelli; ha visto una presenza costante della Procura della Repubblica di Perugia, dei NOE in quel territorio, sanzionando via via in maniera pesante gestioni, cantieri, situazioni ambientali, commerci e smerci. Non ci nascondiamo, abbiamo apprezzato che il protocollo definito dall’Assessore Bottini, per molti versi, segnò un passo in avanti, anche se era incompleto, se non arrivava alla soluzione dei problemi che erano due o tre, ma purtroppo significativi, e che quel protocollo incompleto lascia del tutto insoluti: la questione della edificazione della seconda laguna; la questione della gestione degli impianti; la questione del rapporto con i comitati per l’ambiente locali; e invece ha fatto dei passi in avanti rispetto agli impegni che sono stati assunti sul livello sopportabile dal territorio per la quantità degli allevamenti.
Quello che, però, ad oggi risulta in qualche maniera strumentale la presentazione della mozione del Centrodestra è che tra l’approvazione in Giunta della definizione del protocollo e questa discussione c’è stata una svolta copernicana, e sembra che qui nessuno ce lo voglia ricordare o fa finta di non ricordarselo, e cioè: rispetto a una discussione che è andata avanti e si è articolata con scontri furibondi, rotture, Procure della Repubblica, Carabinieri, blocchi dei cantieri etc. etc., il Comune di Perugia definisce un documento con alcuni settori dell’Università con il titolo “Progetto di ristrutturazione per l’adeguamento, la riqualificazione energetica e territoriale dell’impianto consortile Codep di Bettona”, per cui siamo di fronte a una modifica del merito della questione.
A me non sembra chiaro come, a fronte di questa modifica del contenuto del rapporto e della contesa in atto, da un lato, ci sia la richiesta, attraverso la mozione, che quel contenuto sia incapsulato nel protocollo, seppur inadeguato e insufficiente, e che nel giro di due ore quel protocollo viene bypassato e superato con un ordine del giorno; un ordine del giorno che, a mio avviso, non supera le difficoltà che sono invece in qualche misura anche colte dentro il dibattito, e cioè tutta la vicenda della laguna, tutta la vicenda della gestione, tutta la vicenda del rapporto con i comitati e con la popolazione.
Per quanto ci riguarda pensiamo che il progetto avanzato dall’Amministrazione comunale di Bettona ci ponga di fronte alla necessità di fermare le bocce e di valutare attentamente i risvolti economici, sociali, ambientali che questo progetto determina, che questo progetto non può essere così imposto senza un rapporto con chi è stato un soggetto della salvaguardia ambientale in questi anni sul territorio, che questo Consiglio regionale, paradossalmente, definisce un ordine del giorno, senza tener conto delle novità che sono intercorse dall’approvazione in Giunta del protocollo ad oggi. Se questo è il meccanismo, qui c’è qualcosa che non quadra, ma che non quadra sul serio, cioè ci troviamo di fronte al fatto che c’è una modificazione radicale dell’orientamento del Comune di Bettona e oggi parliamo di altre cose.
Io penso sia una discussione ipocrita che nasconde qualcosa, niente affatto convincente, molto poco trasparente. Lo so che è una questione complessa, lo so che è una questione che attiene le specificità produttive di un territorio. So bene che si vanno a ledere degli interessi, so bene che tutti gli allevatori non sono uguali, perché ci sono i grandi e i piccoli allevatori, so bene che ci sono i proprietari che risiedono su un altro comune che però tengono gli allevamenti a Bettona e che magari sono difesi rispetto ai piccoli allevatori di Bettona che non sono difesi; ma noi non possiamo far finta che tutto questo non c’è, non possiamo far finta che stiamo parlando di una cosa dietro - il collega Baiardini mi perdonerà - un ordine del giorno che può essere letto in centomila modi, ma che non è chiaro, perché non si capisce dove si vuole andare, non si capisce quale mandato dà a questo Consiglio regionale, alla Giunta. Se fosse una cosa che non avesse attraversato, lacerato, è talmente lacerata la città e Bettona che è governata da una minoranza del 30%, e c’è il 70%, la stragrande maggioranza della popolazione, che sta all’opposizione e una parte significativa della questione risiede su queste vicende.
Adesso noi facciamo finta e ce la sbrighiamo con una presa di posizione che non risolve affatto i problemi e che nonostante i nostri intendimenti non è che paradossalmente ci fa fare un passo in avanti, ma ci ingarbuglierà e ci ingarbuglia di più la questione. Non so se c’è questa consapevolezza su quello che stiamo facendo, perché se togliamo una cosa come il protocollo, che è anacronistico perché il mondo, nel frattempo, in questi mesi è cambiato rispetto agli intendimenti dell’Amministrazione comunale di Bettona, che cosa vogliamo fare oggi non si capisce.
Perciò, io penso che gran parte delle argomentazioni del collega Dottorini stiano invece in piedi, perché indicano quali sono le questioni che oggi con questo ordine del giorno ci rifiutiamo di affrontare, e chi vota a favore deve sapere che non vota niente, vota un rinvio, vota un rinvio della questione, che lascerà scontenti gran parte della popolazione, dei soggetti economici protagonisti della vicenda. Se non c’è la chiarezza su una linea di marcia, io penso che non facciamo un buon servizio alla nostra comunità e per questi motivi non ci sarà il voto favorevole del Gruppo di Rifondazione. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, Consigliere Vinti. Non ho altri iscritti a parlare, credo che si debba dare la parola all’Assessore Bottini che l’aveva chiesta. Prego, Assessore Bottini.
ASSESSORE BOTTINI. Innanzitutto, un apprezzamento per il Consiglio regionale che si è voluto in qualche maniera cimentare su un tema importante, complesso, delicato come quello degli allevamenti zootecnici, come quello della compatibilità con i territori ambientale, di determinate attività tra cui questa, come quella dell’equilibrio che bisogna tenere tra esigenze dell’economia ed esigenze dell’ambiente, come tentativo anche di guardare avanti in prospettiva caricandosi sulle spalle una storia, come storia è ogni volta che ci sono problemi di questa natura, cercando, però, di entrare in una logica - almeno questa non può essere diversamente - di governare questi aspetti, non di rimuoverli e scansarli, una logica quindi che va oltre la denuncia, ma che alla denuncia legittima fa corrispondere anche il tentativo di governare questi aspetti.
Oggi, al di là del protocollo che può essere stata la motivazione che ha dato modo di formulare una mozione e poi di presentare un ordine del giorno sul quale credo possano convergere le sensibilità, gli atteggiamenti, le politiche di coloro che ho ascoltato, noi ragioniamo di un tema che sì da questo punto di vista riguarda territori come i comuni di Bettona, Cannara, Bastia, ma che potrebbe riguardare anche altri territori della nostra regione, come li riguarda, del resto, e si tratta evidentemente di entrare nella logica di conciliare e non di rimuovere in via definitiva un’attività che può essere anche questa una significativa attività di filiera, sulla quale profondere degli sforzi. Ma possiamo dire che oggi forse non è così, possiamo dire che la soccida sicuramente è una contrazione enorme delle virtuosità economiche che si possono determinare con gli allevamenti, ma è altrettanto vero - il protocollo lo dice - che l’uscita deve essere una filiera positiva che rilancia sul versante anche della gastronomia, possibile, tra l’altro, perché l’abbiamo conosciuta su Bettona, con la presenza di un salumificio, oggi acquisito da quello Alto Tiberino, e che potrebbe con l’aiuto anche di agenzie come Sviluppumbria, riconsentire quel supporto per dare valore aggiunto a delle attività altrimenti molto asfittiche.
Questo è l’impegno, questa la prospettiva, la traiettoria sulla quale ci dobbiamo muovere e io credo che la logica del governo debba prevalere in via decisa a qualunque altra logica perché questi aspetti, pur complessi, vanno indirizzati, governati, trovare le convergenze, gli equilibri, le risorse, muovere in quella direzione con un punto evidente che ne tocca tanti altri (l’economia, l’agricoltura, etc.) che io in via prioritaria e inevitabilmente per deleghe tocco sul versante ambientale, ma di un miglioramento deciso per quello che abbiamo conosciuto, per quello che è oggi la tenuta ambientale di un territorio significativo e vocato sicuramente in via prevalente alla filiera Turismo–Ambiente–Cultura, che non significa, ovviamente, abbandonare l’articolazione di tutta una serie di attività compresa questa e gli obiettivi prevalenti del protocollo, che era in un certo senso preadottato, da approfondire, da verificare, da limare per trovare ulteriori consensi. Tra l’altro, inseribile nella prospettiva del Piano di tutela delle acque, che oggi è assegnato al Consiglio regionale, e che ci indica le modalità sulle quali trovare il giusto equilibrio tra i capi di suini e il territorio in questione, punto sicuramente importante, visto che quel territorio ha conosciuto, sicuramente fuori scala, i 70–80 mila maiali che non torneranno più su quel versante.
Quindi questo Piano di tutela delle acque, ma anche segnalazioni che venivano dalle agenzie che per missione fanno il controllo. Mi riferisco all’ARPA in via prevalente che ci ha segnalato ripetutamente delle problematiche, ma che poi vanno raccolte e messe sul tavolo del Governo perché non basta segnalare gli sversamenti, quello che avviene o è avvenuto. Noi cerchiamo di scrivere una pagina nuova, una pagina con il coinvolgimento il più largo possibile di tutti i cittadini alla stessa stregua di come cerchiamo la positività del rapporto con le istituzioni; perché questo è un problema che ha una storia per cui il coinvolgimento deve essere largo, abbondante, un po’ di tutti, vanno trovate le modalità del coinvolgimento. Da questo punto di vista il protocollo, l’ordine del giorno raccoglie questo aspetto e su questo aspetto rilancia cercando di coinvolgere anche movimenti, comitati per l’ambiente che si sono comprensibilmente mossi e allertati sulla tematica che è storica e che vanno inevitabilmente resi partecipi, informati, messi nella posizione di contribuire, di governare tutti i passaggi, di evidenziare le linearità o le storture, ma senza mettere fuori fondamentalmente nessuno.
Il protocollo, nei suoi punti salienti, parla di riduzione importante della quantità di suini sopportabili dai tre territori in questione e, in particolare, dal Comune di Bettona, con un abbassamento verticale della quantità dei suini stessi. Il secondo punto molto rilevante parla di revamping di un impianto con l’obiettivo fondamentale di abbassare la quantità dei nitrati presenti e per chi ha definito nella nostra regione le aree vulnerabili sa benissimo che si tratta di un obbligo al quale bisogna corrispondere con investimenti e tecnologie, altrimenti rischiano le nostre falde, le nostre sorgenti, e su questo dobbiamo evidentemente cambiare passo. Quindi revamping di quella struttura, e tutto questo con risorse private, non sempre succede che lo sforzo che si produce si faccia con risorse private come in questo caso, il tutto condito da un rafforzato meccanismo di controllo che, ovviamente, non inserisce in questo il gestore, ma mette un focus sul gestore stesso composto da rappresentanze istituzionali della Regione, della Provincia, dei Comuni in questione e di ARPA in grado di vedere il rispetto degli impegni per come vengono messi in capo dal protocollo su ogni soggetto.
Questa è la prospettiva fondamentalmente sulla quale dobbiamo impegnarci e credo che da questo punto di vista ci serva un’uscita, una presa di coscienza, una consapevolezza che bisogna cogliere l’obiettivo di un deciso miglioramento sul versante della sostenibilità ambientale di Bettona, di Cannara e di Bastia. È questo l’obiettivo che ci siamo posti in qualche maniera con il protocollo predisposto alcuni mesi fa e che oggi mi sento di rimettere nel percorso che dovrà portare alla sua sottoscrizione, ma con un accorgimento che mi sembra che l’ordine del giorno dica: con la Giunta regionale che rende conto anche al Consiglio di qualunque mancato rispetto degli impegni previsti dal protocollo, compresa qualunque variazione di progetto, per come li conoscevamo fin d’ora, perché è evidente che una cosa sono i progetti e una cosa gli obiettivi. Gli obiettivi sono da tenere fermi, il progetto possiamo vedere se è calibrato rispetto agli obiettivi, e questo cercheremo di fare, perché non credo sia quello il punto.
Quindi se c’è oggi un progetto rilanciato - non so da chi, credo dal Comune - che tocca e inserisce nel trattamento dei reflui anche la gestione delle biomasse, sappiamo bene che anche questo è un punto aperto in tante zone della nostra regione, ma che ha bisogno di autorizzazioni che passano per la Regione e per le Province, dove niente è automatico e scontato, e in ogni caso cardini e parametri non è che vengono rimossi, o si abdica perché si cambia progetto tecnico; quello verrà inevitabilmente valutato e vagliato, ne prenderemo consapevolezza e coscienza, faremo le nostre analisi per quanto di competenza, ma questo fondamentalmente si fa in una logica, ripeto, dove le ragioni dell’economia e dell’ambiente non possono essere soffocate.
Lo strumento per esaltare anche la responsabilità di ogni soggetto è quello di arrivare a una sottoscrizione, a un rendiconto al tavolo giusto, con tutti i protagonisti che è anche il miglior modo per vedere se ognuno di questi soggetti il proprio compito l’ha fatto e non tirarsi fondamentalmente da parte e lasciare spazio al non governo. Quindi la discussione di oggi, forse magari anche un po’ in ritardo, poteva avvenire anche prima, sulla scorta dei tempi, della presentazione delle mozioni, dei protocolli e così via, sicuramente dà un contributo, indica ulteriormente una strada da percorrere sulla quale lavorare insieme ai comitati, ai soggetti previsti in qualche maniera dal protocollo, lavorare a tutto tondo per cogliere effettivamente quegli obiettivi
Questo significa fare l’interesse generale di una comunità, dare le opportunità a una comunità, trovare l’equilibrio giusto per consentire che varie attività si sviluppino in un contesto territoriale e si muovano nel pieno rispetto dell’ambiente, ma anche - questo lo do per scontato - delle normative vigenti. Perché le normative vanno rispettate, ci sono gli organi di controllo, c’è una precisa sequela di attori e di responsabilità su questo versante che non deve certo frenare gli obiettivi fondamentali di questo protocollo da sottoscrivere entro i tempi possibilmente che prevede l’ordine del giorno, ma che sicuramente saranno preceduti, questa è una volontà, da ulteriori aggiornamenti e comunicazioni della Giunta regionale sul tema, che credo debba rendere consapevole il Consiglio regionale di dove eventualmente si possono trovare difficoltà o meno, ma effettivamente con quale tempistica, speditamente, si può andare in quella direzione.
Perciò il lavoro fatto - e raccolgo anche le riserve, qualche perplessità e così via – si aggiunge fondamentalmente alle cose per come le abbiamo finora mosse, e da domani si comincia a rilavorare su quel protocollo per migliorarlo ulteriormente, raccogliendo le indicazioni dell’ordine del giorno, ma, ripeto, prima della sua sottoscrizione si renderà di nuovo conto al Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Grazie, Assessore Bottini. Io non ho più altri iscritti a parlare, quindi possiamo passare alla votazione in questo caso della risoluzione letta dal Consigliere Baiardini, a nome di più Consiglieri. Nessuno intende intervenire per dichiarazione di voto? No. Quindi passiamo alla votazione. Aperta la votazione.
Il Consiglio vota.
Il Consiglio approva.
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