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Spargere illecitamente liquami nelle campagne "grazie alle connivenze della pubblica amministrazione". E' uno dei passaggi chiave dell'ordinanza sul distastro ambientale di Bettona, che vede 11 persone colpite da misure di custodia cautelare e 85 denunce a piede libero. "C'avem la grossa fortuna di essere appoggiati da loro": questo diceva Graziano Siena a Rinaldo Polinori, due degli arrestati, nell'ottobre 2007. E "loro", secondo gli inquirenti, sono gli amministratori pubblici. Un aiuto che ha consentito, prosegue l'ordinanza, "di eludere i controlli e di occultare le prove delle condotte criminose". Il tutto con la complicità della sezione dell'Arpa (l'Agenzia regionale per la protezione ambientale) di Bastia Umbra. IL RUOLO DI BAGNETTI E' l'ex assessore all'Ambiente di Bastia (che ieri ha comunicato al sindaco Ansideri le sue dimissioni) uno dei personaggi chiave di tutta l'inchiesta. Essendo anche il tecnico locale dell'Arpa, Bagnetti ricopriva il ruolo di "consulente" dell'azienda di Polinori (l'undicesimo uomo che si è consegnato ieri alle forze dell'ordine): l'uomo che vigilava che tutto filasse liscio. bagnetti, sempre secondo l'ordinanza, avrebbe avuto "un ruolo di protagonista assoluto nel consentire nel corso degli anni le condotte illecite condotte dai responsabili di Codep e comunali". "Cerca di cosare", cioè di sistemare le cose, fa Bagnetti il 7 giugno 2007 ad un dipendente Codep quando una delle centraline segnalava l'alterazione dei parametri fisiologici dell'acqua. Dall'ordinanza emerge poi che l'Arpa territoriale, diretta da Susanna D'Amico, avrebbe addirittura, attraverso "pareri fuorvianti", ostacolato o ritardato "iniziative di controllo messe in atto, sia pur tardivamente, dall'Arpa centrale". Il tutto, si ipotizza, per procurare un vantaggio economico alla Codep. Condividi