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PERUGIA - Per la prima volta la crisi economica investe profondamente il cuore del sistema produttivo della provincia di Perugia, ovvero quel settore artigiano formato da piccole e piccolissime imprese sparse per il territorio. Dall'inizio dell'anno le richieste di cassa integrazione in deroga, strumento dedicato proprio alle realtà artigianali non coperte dagli ammortizzatori ordinari, sono state avanzate da circa 660 aziende umbre. Tra queste, molte appartengono al settore metalmeccanico. E' per questo che la Fiom Cgil della provincia di Perugia ha sentito stamattina il bisogno di denunciare alcune criticità molto forti che colpiscono i lavoratori del settore. Lo ha fatto in una conferenza stampa in cui è stato presentato un report sull'utilizzo della Cigs in deroga nel primo semestre 2009, su un campione di 94 aziende seguite direttamente dal sindacato perugino. “In queste aziende – ha spiegato Simone Pampanelli, collaboratore della Fiom e autore del report – sono occupati complessivamente 1239 lavoratori, pari al 15% del numero complessivo di lavoratori in organico nelle aziende trattate in Regione per le richieste di Cigs in deroga. Si tratta per il 90% di aziende artigiane, anche se – ha spiegato Pampanelli – emerge con chiarezza che le piccolissime aziende, quelle fino a 2 dipendenti, sono sotto rappresentate, perché hanno evidentemente maggiori difficoltà ad usufruire di questo strumento”. Da un punto di vista territoriale invece è chiara la preponderanza della zona dell'Alto Tevere, dove si trova il 57% delle aziende in difficoltà seguite dalla Fiom. Poi viene la zona Trasimeno/Marsciano (20%), quella Foligno/Spoleto (14%) e infine quella di Perugia/Torgiano (9%). Altro dato significativo che emerge dalla ricerca è quello relativo all'appartenenza di queste aziende in crisi alle diverse organizzazioni datoriali: la Cna è quella nettamente prevalente (71%), seguita da Confartigianato (21%) e poi dalle altre con percentuali molto più contenute. “Più in generale stiamo notando un aggravamento del quadro complessivo nel comparto su due fronti – ha spiegato Alessandro Piergentili, segretario generale della Fiom-Cgil di Perugia – prima di tutto comincia a mancare lavoro alle aziende artigiane perché vengono meno le commesse delle grandi industrie e questo a sua volta comporta pesanti problemi di liquidità per queste aziende, che poi si ripercuotono sui lavoratori. L'altro problema molto serio – ha proseguito Piergentili – è quello dei ritardi nella liquidazione dell'assegno da parte dell'Inps. Nelle aziende che sono in grado di anticipare gli importi la situazione per i lavoratori è accettabile, ma dove questo non accade (cioè nella maggior parte dei casi), allora gli operai si ritrovano anche per mesi senza stipendio e in certi casi sono costretti a licenziarsi e cercare un altro lavoro”. Per questo la Fiom Cgil chiede un'accelerazione delle procedure per l'erogazione della cassa integrazione in deroga e soprattutto “una maggiore presa di consapevolezza della gravità della situazione, non solo a Roma ma anche in Umbria”, perché in autunno, vista anche la scadenza dei nove mesi di Cigs in deroga disponibile, “si rischia una situazione davvero pesante”. Condividi