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di Daniele Bovi Merito, democrazia, diritti, cittadinanza e valorizzazione dei talenti. E poi un motto: “meno tatticismo, più politica”. A rappresentare anche fisicamente questi valori della mozione Marino sono stati oggi pomeriggio i rappresentanti regionali della mozione stessa, ossia il coordinatore Valerio Marinelli (che domani dovrebbe ufficializzare la sua candidatura alla segreteria regionale), l’onorevole Sandro Gozi, la coordinatrice per la provincia di Perugia Romina Perni e quello dell’area ternana Emanuele Pica. “Rappresentano – ha detto Gozi di fronte alla platea dell’hotel La Rosetta di Perugia – il senso di una mozione basata su merito e innovazione, il tutto in una regione a cui teniamo in modo particolare. E’ il nostro modo di fare investimento in un classe dirigente nuova”. La battaglia congressuale è partita e anche i Marino boys apriranno un comitato, “Umbria per Marino”, proprio a sostegno del chirurgo-senatore. Attorno ai concetti chiave di cui si accennava in precedenza è ruotato il discorso, praticamente di candidatura, del coordinatore Marinelli. Che paese e che Pd vogliono i giovani di Marino? “Innanzitutto – dice Marinelli - il dibattito partito leggero oppure pesante non ci appassiona molto. Il Pd dovrebbe essere prima di tutto luogo di elaborazione e di analisi, e anche di rivalutazione culturale del ruolo della militanza”. Un Pd poi che sia veramente democratico: “Bisogna ripartire – continua Marinelli – dalla democrazia, anche all’interno del partito. Una democrazia che deve essere la direzione di marcia del Pd verso il superamento delle diseguaglianze”. E poi ancora ci sono i temi del lavoro, con una forte attenzione a quello precario, che è strettamente connesso a quello dei giovani e della questione generazionale. C’è bisogno, secondo Marinelli, “di attrarre forze giovani che siano perni dello sviluppo sia del partito che del paese”. Corporativismo, gerontocrazia, cooptazione e clientelismo sono alcuni dei bastioni da abbattere, ma “noi – dice Marinelli – non siamo in guerra con l’apparato, anche se va detto basta all’autoreferenzialità. Noi vogliamo che a vincere il 25 ottobre non sia questo o quel candidato, ma il Pd. Tutto il nostro lavoro innanzitutto deve essere orientato ad allargare la base di consenso del partito”. E se dunque, come accennato, non appassiona da queste parti il dibattito sulla forma partito, il Pd deve essere comunque un partito “radicato nel territorio e nella società, che sappia esercitare una certa egemonia culturale”. La laicità è poi uno dei punti di forza della mozione. Laicità che se da un lato “è il campo di gioco in cui tutti i giocatori hanno pari dignità”, dall’altro sta a significare “il recupero dell’autonomia della politica da ogni confessionalismo e da ogni ideologica falsa coscienza”. Ciò vale anche per il campo economico: è necessario infatti, secondo gli uomini di Marino, “promuovere in Umbria un modello radicalmente alternativo di sviluppo, ipotizzando nuovi indici per la misurazione del benessere sociale e puntando alla sua diffusione oltre che all’implementazione delle ricchezze”. “Marino – ha detto Romina Perna – è la boccata d’aria che stavamo aspettando”. Condividi