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di Daniele Bovi Sopra la proposta di legge elettorale regionale si agita un fantasma che si chiama referendum. Fantasma che potrebbe mandare all’aria tutti i piani del centrosinistra in materia. Per scacciarlo dalle notti della sinistra umbra non ci vogliono i Ghostbusters ma, secondo il capogruppo del Pd Rossi, ci vuole una mediazione col Popolo delle Libertà. Anche di questo infatti si è parlato questa mattina durante la riunione di maggioranza a palazzo Cesaroni. “Abbiamo una priorità – ha detto Rossi -: ossia dare un segnale di sensibilità”. Il mese di agosto dunque sarà dedicato al sondaggio del terreno e, entro la fine del mese, si terrà l’ennesima riunione sulla legge con la presidente Lorenzetti e i capigruppo di maggioranza con rispettivi segretari di partito. Entro il 20 settembre inoltre, l’aula dovrà approvare in seconda lettura la modifica dello Statuto che fissa a 30 il numero dei consiglieri. Se la mediazione diventa quindi da oggi un punto fisso, altrettanto fissi sono alcuni punti della legge che il Pd considera fuori da ogni trattativa. Ossia l’elezione diretta del presidente, la possibilità del voto disgiunto, il numero dei consiglieri pari a 30+1 (dove l’uno sarebbe il presidente eletto), la divisione del territorio in due circoscrizioni su base provinciale con l’assegnazione dei resti sempre su base provinciale (con un forte riequilibrio a favore di quella ternana), la possibilità di assegnare un solo voto di preferenza, l’abolizione del listino e l’introduzione del premio di maggioranza. E a riguardo l’ipotesi del 65 per cento è vista come il fumo negli occhi da parte del Pdl. L’altezza dell’asticella sarà oggetto di mediazione. Condividi