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La segretaria regionale del Pd, Maria Pia Bruscolotti, interviene sulle vicende che hanno interessato il premier Berlusconi. "In qualità di segretaria regionale del partito democratico, ma soprattutto in qualità di donna, esprimo il totale disappunto ed anche la personale indignazione, rispetto alle frasi espresse dal premier Silvio Berlusconi, a riguardo delle note vicende che l'hanno interessato in questi ultimi mesi. Non è mia intenzione fare lezioni di morale tantomeno entrare nelle vicende private di alcuno, tuttavia è da parte mia inaccettabile un comportamento manifestamente irriguardevole ed irrispettoso nei confronti delle donne, che si evince dalle affermazioni di Berlusconi, diffuse dalla stampa, sintetizzate dall'esclamazione "Non sono un Santo. In giro ci sono tante belle figliole". Parole pervase da un maschilismo strisciante con cui crede di compiacere l'italiano medio, probabilmente in preda all'illusione che a lui in quanto premier e in quanto uomo tutto gli sia lecito e giustificato . Colgo l'occasione per condividere la posizione di don Elio Bromuri, direttore del settimanale La Voce, che ieri, in un editoriale, denunciava un declino morale di linguaggio e di comportamento da parte di chi è tenuto a rappresentare il Paese ed i cittadini e pertanto dovrebbe mantenere un profilo istituzionale e di compostezza, nel linguaggio e nei comportamenti. Approvo altresì il passaggio nel quale l'editorialista evidenziava quanto sia sbagliato etichettare come "bacchettone" l'atteggiamento di chi invita a comportamenti moralmente corretti ed accettabili, a maggior ragione quanto queste richieste sono rivolte a figure pubbliche e di profilo istituzionale. Credo sia opportuno uscire al più presto dal letargo morale verso cui sempre più la collettività pare scivolare spinta, sia dall'involgarimento del linguaggio di chi dovrebbe svolgere un ruolo di esempio e di modello di riferimento, che dalla degenerazione delle relazioni pubbliche poiché, a differenza di un cittadino qualunque, in democrazia, tali sono da considerare le abitudini di un premier. Le vicende private del presidente del consiglio, diventate opportunamente di dominio pubblico, non possono essere considerate solo alla luce di una strategia di comunicazione che punta a suggestionare l' opinione pubblica, devono invece a mio avviso rappresentare un'occasione di riflessione per l'intera comunità laica, al fine di risvegliare le coscienze di tutti rispetto al declino etico, alla cui denuncia autorità e cittadini non possono sottrarsi. Condividi