polvese.jpg
POLVESE – La Provincia di Perugia farà di Isola Polvese un luogo di aggregazione turistica di alto livello, nel rispetto del patrimonio naturalistico esistente e mettendo a frutto le strutture presenti, già recuperate o ancora da recuperare. Lo ha sostenuto il presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi, che nei giorni scorsi, accompagnato da dirigenti e funzionari dell’Ente, ha compiuto un sopralluogo presso la più grande delle isole del Trasimeno. La Polvese, isola certificata secondo i requisiti della Norma UNI EN ISO 14001: 2004 (recentemente le è stata rinnovata la certificazione per tre anni), rappresenta già un modello dal punto di vista delle politiche ambientali ecosostenibili. In essa le attività e i servizi svolti, la gestione del patrimonio immobiliare, degli impianti di fitodepurazione, della raccolta dei rifiuti urbani, e la promozione delle attività turistiche, agronomiche, didattiche ed economiche, avvengono secondo criteri innovativi e compatibili con l’ambiente. E’ dunque intenzione della nuova amministrazione provinciale di Perugia, che ne detiene la proprietà, proseguire lungo questa direzione, sperimentando su scala reale le politiche di sviluppo sostenibile, di protezione e valorizzazione dell’ambiente, allo scopo anche di esportarle anche ad aree più vaste e critiche del territorio provinciale. Del resto, un progetto di tale natura, oltre a salvaguardare l’isola e a conservarne le risorse per le generazioni future, consente di attrarre un turismo europeo attento alla componente ambientale, con possibili ricadute positive anche dal punto di vista economico, e rappresenta un modello per altri interventi in aree più vaste del territorio provinciale che intendono perseguire analoghe finalità e in particolare uno sviluppo economico saldamente ancorato alla tutela dell’ambiente. Ed è da inquadrare in questo disegno, secondo quanto riferito dal presidente Guasticchi, anche il recupero che si sta facendo del Monastero di San Secondo, che la Provincia ha sottoposto ad un profondo intervento di restauro. Un’operazione impegnativa dal punto di vista architettonico, che si sta eseguendo nel rispetto delle tecniche costruttive del monumento, con utilizzo dei materiali originari, e secondo criteri e metodi conformi ai principi dell'architettura bio-ecologica. In più il complesso, conosciuto anche come Convento degli Olivetani, è interessato da una importante campagna archeologica, attuata dal Dipartimento Uomo e Territorio dell’Università degli studi di Perugia. Gli scavi, concentrati soprattutto nell’area dell’antico chiostro e della cripta della Chiesa, hanno riportato alla luce una grande fornace, sepolture e oggetti di culto. E’ ancora allo studio della Provincia la destinazione finale del complesso, una volta terminati i lavori di ristrutturazione, ma secondo quanto anticipato dal presidente Guasticchi, essa potrebbe diventare una struttura ricettiva di pregio al servizio di un turismo legato alla natura e al benessere, da mettere in collegamento con le strutture già esistenti, a partire dall’Ostello. Condividi