Operando ''sotto copertura'', agenti della squadra mobile di Perugia hanno acquistato eroina, cocaina e hascisc da 13 tunisini, poi tutti sottoposti a fermo, ai quali si sono presentati come normali acquirenti. Lo hanno fatto nell'ambito di un'indagine che ha portato anche a sette arresti e al sequestro complessivo di circa un chilo di droga.
Il questore del capoluogo umbro, Sandro Federico, ha spiegato che si tratta di una tecnica investigativa ''solitamente utilizzata per le indagini contro i grandi traffici di stupefacenti e forse per la prima volta impiegata contro lo spaccio al dettaglio''. L'attività è stata realizzata d'intesa con la direzione del servizio centrale antidroga e con lo Sco. A coordinarla il sostituto procuratore perugino Claudio Cicchella.
Gli acquisti degli agenti ''sotto copertura'' sono stati tutti documentati dal personale della squadra mobile - diretta da Giorgio Di Munno - che per ogni episodio ha inviato un rapporto al magistrato. Il pm, che aveva autorizzato gli investigatori a ritardare l'arresto, ha quindi disposto il fermo, eseguito dalla stessa polizia, di tutti i giovani tunisini (risultati clandestini). L'intera operazione, che ha interessato il centro della città, è cominciata il 4 luglio per concludersi nella notte tra giovedì e ieri.
L'operazione è stata denominata ''Termopili'' e ha portato in carcere 20 tunisini, quasi tutti sui 20 anni. Per realizzarla è stata realizzata una speciale task-force all'interno della squadra mobile che ''ha lavorato senza sosta per due settimana'', come sottolineato dal dottor di Munno. Plauso per l'impegno e' stato espresso anche dal questore Federico.
La polizia ha quindi individuato alcuni ''punti caldi'' per lo spaccio nel centro di Perugia. Tra questi via Alessi e piazza Grimana. Gli investigatori hanno quindi appurato che il primo contatto tra acquirente e spacciatore non avveniva mai dove poi era in programma l'effettiva consegna delle dosi. Attraverso contatti telefonici gli stupefacenti venivano infatti affluire in altri punti del centro e quindi forniti ai tossicodipendenti. Una ''precisa strategia'' - è stato detto - con la quale gli spacciatori cercano di evitare di farsi individuare con grandi quantità di droga al seguito.
Nel corso dell'indagine, la squadra mobile ha individuato e sgominato cellule di spaccio composte ciascuna da quattro-cinque stranieri.
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