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di Nicola Bossi "Il sisma dell'Abruzzo è una fotografia completamente diversa da quella del terremoto di Umbria-Marche del 1997": Vincenzo Riommi, assessore alla ricostruzione e al bilancio, si è recato più volte a L'Aquila per rendersi conto della situazione dopo il sisma del 6 aprile senza però mai dare un giudizio su quello che accadeva sia in fatto di prima emergenza che la fasa della ricostruzione. Le differenze tra i due terremoti sono molte: il commissario straordinario non era uomo della protezione civile ma i rispettivi presidenti delle regioni - Umbria e Marche -. Ai cantieri berlusconiani di L'Aquila sono contrapposti i campi container e quelli delle casette di legno. Alle tendopoli blindate - ingressi con budget - i villaggi container che erano una sorta di quartieri con tanto di vita sociale. Se Massimo Cialente, sindaco di L'Aquila, minaccia di ridare la fascia tricolore perchè era senza poteri, in Umbria il sindaco di una città come Gualdo Tadino, Rolando Pinacoli, diventava il sindaco della ricostruzione ricevendo in dono il tricolore dal presidente Scalfaro, e alle elezioni comunali usciva con il 72 per cento dei consensi elettorali. Pochi i lutti in Umbria e nelle Marche a differenza di quelli dell'Abruzzo. Ma le differenze non sono solo in fatto di clima, ma anche di contributi: certezza della ricostruzione anche delle secondo e terze case. In Umbria e nelle Marche, sette anni dopo, case di campagna mezze diroccate sono ora delle ville o degli agriturismo di tutto rispetto. E questo grazie alla quantità di fondi messi a disposizione. "Senza il finanziamento delle secondo case - spiega ad Umbrialeft - non si sarebbero ricostruiti centri storici e palazzi residenziali a tempo di record". I fondi per l'Abruzzo non comprendono ancora le secondo case. La fotografia tra i due terremoto si fa differente completamente in fatto di sospensione del fisco per i terremotati umbri. "Si stima, secondo le Agenzie dell'Entrate, che sono 80mila gli umbri che dovranno restituire le tasse al Governo a partire da questa estate, dodici anni dopo il beneficio. Per un valore di 1miliardo di euro. Inoltre i terremotati umbri dovranno versare soltanto il 40 per cento di quello che sarebbe stato dovuto alla regione e allo Stato". I denari dovranno essere restituiti in 48 mesi. Nelle Marche, stesso trattamento, ma le Agenzie delle entrate hanno previsto un flusso di creditori più basso: 40mila all'incirca. I benefici riguardano la sospensione di 6 mesi della tasse per tutti i cittadini della fascia terremotata, mentre altri due anni per coloro che invece avevano casa danneggiata. Trattamento completamento diverso invece per i terremotati della Provincia dell'Aquila: tasse da restituire dal 1° gennaio 2010, in 24 mesi. Condividi