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Un taglio basso o un apertura nelle pagine interne, senza mettere le cifre che potrebbero creare sussulti a qualche istituzione importante. E' questo il destino sui quotidiani di carta, almeno al momento, degli aumenti delle tasse previsti dal Senato Accademico. Si mettono le voci di chi protesta. E poi finisce tutto lì. La famiglia media cuore della vita sociale e culturale dell'Umbria viene ancora una volta abbondanata da chi fa informazione. Perchè? E' forse più importante il congresso del Pd? O il calendario venatorio (nei gironali si dice guai toccare la caccia dato che gli umbria sono popolo di cacciatori)? O la terribile frittata quotidiana dei tre-quattro pusher stranieri che vendono droga sulle nostre strade? Eppure gli aumenti delle tasse riguardano le famiglie medie, quelle che ancora oggi comprano il giornale e che si fanno aiutare per andare avanti dai nonni con la loro pensione che, nonostante le ristrettezze, sono rimasti gli unici insieme ai bar ad acquistare tanta carta al giorno, anche solo per sentirsi meno soli. Gli aumenti riguardano i giovani che si trovano isolati a riguardo di questa scelta. Il potere dei media potrebbe far tornare indietro l'Ateneo su certe scelte se mette in campo una normale campagna stampa dalla parte del lettore. E se il giovane si sente protetto potrebbe acquistare qualche giornale in più. Ma nei titolo principali le battaglie dei cittadini non vanno. Perchè? Semplice, andare contro l'unviersità è difficile: è un potere. Andare contro il potere provoca rogne. E più facile accennare e ritirarsi in buon ordine. Ecco perchè la fuga dai giornali è massiccia. I dati di "prima online" - bibbia del giornalismo - sono sotto gli occhi di tutti. Peccato perchè la carta è l'unico strumento duraturo dove fissare i pensieri per secoli. E non lo strumento dove incartare frutta e altri prodotti da banco. La stessa cosa sta facendo la politica. E non è un caso che la gente non va a votare e fenomeni autonomisti come i grillini e La Lega crescono di volta in volta. Loro parlano alla pancia della gente comune. E non agli stomachi divoratori dei salotti buoni. Nicola Bossi Condividi