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ROMA - "Le entrate in Italia tengono nel loro gran totale e la caduta si sta in qualche modo fermando". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel corso dell'audizione sul Dpef alle commissioni Bilancio di Senato e Camera descrivendo un clima quasi idilliaco, ma è stato subito dopo smentito dal governatore di Bankitalia, che delineando una situazione più realistica del nostro Paese ha sostenuto che la crisi ci lascerà in eredità un debito pubblico molto elevato. "La fase di progressivo peggioramento della congiuntura sembra essersi arrestata; vi sono alcuni segnali positivi" ha poi aggiunto, ma ancora molto deve essere fatto: "Per uscire dalla crisi economica la priorità deve essere il sostegno al sistema produttivo, ma anche una strategia organica di riforme strutturali", interventi che assicurino il contenimento della spesa e la riduzione del debito pubblico in quanto solo ''un insieme organico di riforme volte a potenziare il capitale fisico e umano del Paese'' potrà risultare vincente. La crisi infatti inciderà notevolmente sulle finanze pubbliche "lasciandoci con un debito pubblico molto elevato". I conti pubblici. Il governatore ha poi messo l'accento sulla situazione dei conti pubblici. "L'atteso peggioramento dei conti pubblici - ha detto - trova conferma nei dati infrannuali attualmente disponibili" e "nel 2009 è atteso un ulteriore forte deterioramento". L'indebitamento netto è risultato pari al 9,3 per cento del Pil (contro il 5,7 per cento del corrispondente trimestre del 2008). Nei primi cinque mesi dell'anno in corso il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche è stato pari a 57,4 miliardi, superiore di oltre 19 miliardi a quello del corrispondente periodo del 2008. Sul peggioramento del fabbisogno hanno influito la contrazione delle entrate fiscali e la significativa crescita della spesa primaria. "Su quest'ultima - ha rilevato il governatore - hanno avuto effetto la decisione del governo di accelerare i rimborsi fiscali per favorire le imprese e il riacquisto degli immobili che erano stati ceduti con le operazioni di cartolarizzazione nel 2002 (per complessivi 7 miliardi)". Condividi