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di Nicola Bossiz Si è svolto questa mattina a Città di Castello nella chiesa di San Domenico il funerale del Tenente Colonello dell'Arma Valerio Gilioni, ucciso da un'anziano che si era barricato armato, in preda da un raptus, nella propria abitazione ossessionato dai furti in appartamento. La salma è stata salutata da un nutrito gruppo di cittadini e di amici che hanno aspettato fuori dalla chiesa. Il gruppo ha gridato più volte il nome dell'ufficiale nato 40 anni fa nella cittadina umbra. Ad accompagnare il feretro presso il camposanto il padre Settimio, maresciallo dell'Arma in pensione, la vedova e il fratello sacerdote Don Alberto. Sono state inviate da Roma le corone commemorative del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e del ministro della difesa Ignazio La Russa. Nell'omelia di Monsignor Vincenzo Palvi, ordinario militare per l'Italia, letta però dal monsignore Angelo Bassi si è parlato del carattere mite ed umano dell'ufficiale. "Si è presentato - il passaggio dell'omelia - davanti al suo uccisore disarmato e convinto di poter evitare cosi stragi inutili. Sperava che il suo sorriso e il suo amore per il prossimo potessero bastare per evitare la tragedia". La famiglia dell'ufficiale umbro ha accettato le scuse dei familiari dell'omicidio. Ora il corpo di Valerio Gildoni sarà tumulato nel cimitero cittadino di Città di Castello. Condividi