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“La vertenza Merloni deve diventare vertenza nazionale perché le ricadute devastanti della crisi sul tessuto economico, produttivo e sociale travalicano i confini dell’Umbria. La vertenza in atto coinvolge infatti un gruppo industriale di quasi tremila addetti, attualmente la più grande azienda nazionale interessata dalla procedura prevista dalla Legge Marzano”. Lo ha detto l’assessore allo sviluppo economico della Regione Umbria, Mario Giovannetti, anticipando i contenuti del documento congiunto sulla crisi dell’Antonio Merloni che, Regione, Provincia di Perugia, Comuni interessati (Costacciaro, Foligno, Fossato di Vico, Gualdo Tadino, Gubbio, Nocera Umbra, Scheggia, Sigillo e Valtopina), Organizzazioni sindacali e Associazioni datoriali umbre invieranno nei prossimi giorni ai tre Commissari nominati dal Governo, al Ministero per lo sviluppo economico, ma anche alle forze politiche dell’Umbria, ai Parlamentari e ai Consiglieri regionali. “L’intera Umbria deve avere consapevolezza dei rischi che una soluzione negativa della vertenza Merloni può avere sulla regione – ha sottolineato l’assessore. La rilevanza della posta in gioco richiede quindi un sforzo comune di portata eccezionale per uscire dalla crisi. Anzitutto è indispensabile un maggiore impegno del Governo nazionale, ed in particolare del Ministero dello Sviluppo Economico, per la sottoscrizione della proposta di Accordo di programma avanzata da Umbria, Marche ed Emilia Romagna. E’ infatti questo lo strumento fondamentale per garantire risorse certe a sostegno dei livelli occupazionali, del tessuto produttivo dell’indotto, delle famiglie e di tutta l’economia dell’area. E’ inoltre importante – ha concluso Giovannetti – che nella vicenda venga coinvolto il sistema imprenditoriale e finanziario umbro, così da avviare sin da ora, attraverso nuove attività, un processo di diversificazione produttiva dell’area”. La Antonio Merloni ammessa alla procedura dell’amministrazione straordinaria prevista dalla Legge Marzano – si legge nel documento congiunto, rischia di cessare la sua attività se non si trovano imprenditori interessati a rilevare gli stabilimenti del Gruppo. I bandi con offerte vincolanti che presto saranno emanati dai Commissari rappresentano quindi una concreta occasione di rilancio, o il rischio di attivare una spirale pericolosa che potrebbe portare alla messa in discussione dei siti produttivi. Una prospettiva allarmante, da respingere per l’intero gruppo e soprattutto per lo stabilimento di Nocera Umbra per il quale si chiede con forza “continuità produttiva nel settore dell’elettrodomestico”. Condividi