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Orietta Bonifazi STRONCONE – Erano arrabbiati, preoccupati, ansiosi di informazioni pratiche elementari: che fare? A Corvaiano, a pochi metri dal capannone della Ecorecuperi, una folla di gente ieri sera si è presentata alla riunione popolare indetta dal comitato di Vascigliano. Residenti giunti anche da Terni, Narni e Collescipoli, con terreni nella zona a rischio. C’erano anche il sindaco Nicola Beranzoli, Cristian Spina (Pd), Adriano Rossi, direttore provinciale Arpa, Legambiente con Andrea Liberati e Maria Pia Piccio, l’assessore all’Ambiente del Comune di Narni Roberta Isidori, e il portavoce di quello regionale, poi Francesco Pullia, radicali italiani, Aldo Tracchegiani (La Destra), Enrico Pettinacci, Idv. Grande assente la Asl 4, l’ente deputato a dare le risposte là dove termina il compito dell’Arpa, dopo gli 11 valori resi noti sui vegetali a foglia larga, di cui tre sopra la soglia fissata (con Raccomandazione europea 2002) a 0,4 nanogrammi al chilo. Alcune informazioni sono giunte confuse, e non tutti hanno afferrato che non vanno mangiati i vegetali finché è in vigore l’ordinanza del sindaco, che ha parlato di una zona più a rischio, la mezzaluna di un chilometro intorno alla Ecorecuperi e che ha indicato l’urgenza: spostare i cumuli incendiati, che possono sviluppare altri incendi come quello di giovedì scorso, subito spento con quattro autobotti dei vigili del fuoco. Perciò Beranzoli pressa sulla magistratura per accelerare il dissequestro della zona e dare via libera all’accesso in discarica al materiale altamente infiammabile e che raffreddandosi sprigiona diossina. Andrea Liberati ha dato l’allarme per gli operai del capannone, che stanno rimuovendo i cumoli senza mascherina a grave danno della loro salute e nell’indifferenza generale. Rabbia negli interventi per le autorizzazioni rilasciate all’azienda, per i controllo non fatti sulle uve, sulle olive, e sui raccolti (in molti hanno falciato e trebbiato), per le informazioni ancora assenti su come chiedere i risarcimenti dei danni. Condividi