Il cantiere della Terni-Rieti è fermo a seguito del sequestro operato dalla Magistratura per il ritrovamento casuale di un deposito di cromo esavalente, e pertanto è scattato il licenziamento di 35 lavoratori. La Procura della Repubblica di Terni ha delegato accertamenti tecnici complessi (cosa che fa presumere che gli operai non potranno essere reintegrati in tempi brevi) e, nel frattempo si rincorrono le responsabilità in ordine alla bonifica dell'area dove le ruspe all'opera per costruire l'arteria di collegamento tra i due capoluoghi di provincia hanno rinvenuto il deposito della sostanza, un agente cancerogeno ad alta pericolosità, che si sarebbe accumulato negli anni. Dai sospetti degli inquirenti, il sito sarebbe stato impiegato da soggetti diversi, dal Comune alle acciaierie (per parte sua l'Anas ha cominciato a chiamare in causa alcuni di questi) come discarica abusiva di rifiuti pericolosi altamente tossici. Intanto, il sindacato chiede alla Procura della Repubblica di accelerare i tempi degli accertamenti e delle decisioni per evitare che a questi primi licenziamenti se ne sommino altri e, sul fronte politico si registrano varie prese di posizione. Stamani, Gabriella Caronna, esponente del Pdl nel consiglio provinciale di Terni in un'interrogazione ha chiesto 'chiarezza sulla vicenda, azioni urgenti a tutela della salute e ampio monitoraggio da parte della Provincia'. La consigliera ha anche fatto riferimento al fatto che 'il cromo esavalente è stato dichiarato presente in concentrazioni cento volte superiori al limite di legge. Si è presunto anche l'inquinamento del torrente Tiscino, che confluisce nel Serra e quindi nel Nera, il che porterebbe conseguenze nefaste per tutto il territorio e le zone limitrofe, con un incremento del rischio ambientale. Di tutto questo sono stati chiesti chiarimenti al sindaco di Terni, al presidente della Provincia,alla Forestale, all'Arpa regionale e sono stati informati il Ministero dell'Ambiente, la presidente della Regione e il procuratore capo Fausto Cardella. Siamo allibiti - è la riflessione conclusiva - che un ritrovamento di tale grave entità sia avvenuto in modo 'casuale' nonostante le dimensioni e il posizionamento denotino nei fatti una preesistente situazione di consolidato degrado ambientale, con pesanti ricadute soprattutto sulla salute pubblica'. Condividi