E' ''l'ipocrisia'' - secondo Dario Fo - ciò che più indigna in merito alle vicende riguardanti le feste del premier Silvio Berlusconi a Villa Certosa e palazzo Grazioli. ''Il risentimento - ha spiegato Fo - ciò che ha fatto indignare anche la Chiesa, è il fatto che ha mentito. Per poi essere 'sputtanato' dalle sue stesse bugie''.
Rispondendo alle domande dei giornalisti stamani a Perugia nella conferenza stampa di presentazione del suo spettacolo, “Giotto non Giotto”, Dario Fo ha aggiunto che ''non è quindi tanto il fatto che abbia amato, o che abbia goduto di situazioni particolari, magari discutibili, ma il fatto che le ha rinnegate''.
''Tagliare così pesantemente non solo sullo spettacolo, ma sulla cultura, sulla ricerca, sulle scuole – continua Fo rispondendo ai giornalisti sui tagli al fondo unico per lo spettacolo - è un atto volgare che mortifica''. ''Noi siamo un Paese - ha aggiunto il Nobel - che nel corso della storia ha insegnato non soltanto a muoversi nel teatro, a inventare le commedie attraverso gli storici dell'arte, ma addirittura a dipingere, a scolpire e a fare ricerca''.
Dario Fo ha quindi sottolineato ''l'importanza di tenere viva questa cultura e non massacrarla come si fa oggi'' e ''l'importanza di creare cultura''. Il suo spettacolo, dopo Cesena e Firenze, verrà rappresentato anche nel capoluogo umbro (a San Francesco al Prato), il 24 e 25 luglio prossimo.
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