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PERUGIA - ''E' necessario che l'Umbria si dichiari da subito indisponibile all'individuazione nel proprio territorio dei siti per le centrali nucleari, respingendo le decisioni miopi e avventate del governo Berlusconi che condannerebbero il nostro paese all'archeologia energetica''. Lo ha detto Oliviero Dottorini, capogruppo dei Verdi e civici in Consiglio regionale, annunciando di aver presentato una mozione contro il decreto approvato dal Senato che di fatto sancisce il ritorno delle centrali nucleari in Italia. ''Quella del nucleare - ha motivato l'esponente del sole che ride - e' una scelta ideologica e perdente, che non produrra' risultati se non quello di bloccare i percorsi di modernizzazione del paese avviati con i provvedimenti in favore delle energie rinnovabili''. La mozione impegna la giunta a rendere indisponibile il territorio della regione Umbria alle procedure di individuazione dei siti idonei all'attivazione di centrali nucleari, ad operare nelle sedi istituzionali, affinche' resti valido il pronunciamento referendario del 1987 e a confermare e incrementare l'impegno a favore delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica. ''Spero sia possibile discutere della mozione sin da martedi' prossimo - ha auspicato Dottorini - le Marche lo hanno fatto appena pochi giorni fa, riunendo la maggioranza del Consiglio attorno alla necessita' di escludere il territorio dalle possibili localizzazioni per centrali atomiche. E' importante mandare un segnale chiaro anche dall'Umbria. Il governo Berlusconi infatti individua una falsa soluzione per un problema serio''. ''Il decreto approvato al Senato - ha ribadito Dottorini - e' una follia che non tiene conto dei rischi concreti, della necessita' di contrastare il surriscaldamento del pianeta e dei costi per l'ambiente, per le piccole e medie imprese e per tutte quelle famiglie che stanno investendo in impianti ad energia rinnovabile. L'energia dall'atomo e' costosissima e pericolosa, non e' pulita, ne' disponibile in grandi quantita'. E' noto a tutti che ai consumi attuali l'uranio fissile sarebbe disponibile per non piu' di 50 anni. Dobbiamo invece saper giocare la partita dell'innovazione, evitando di cedere a scelte vecchie e assistenzialiste''. ''Non e' pensabile che oggi - conclude Dottorini - quando gli Usa e l'intero pianeta sembra inoltrarsi verso politiche economiche ecologicamente sostenibili, vi sia ancora chi pensa di tutelare i grandi gruppi economici danneggiando un tessuto economico diffuso e gia' operante nel territorio''. Condividi