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GUBBIO - «Non sono cambiamenti positivi quelli che interesseranno le lavoratrici del pubblico impiego che, a partire dal prossimo anno potranno andare in pensione a 61 anni, e non più a 60; negli anni successivi, l’età pensionabile sarà innalzata di un anno per ogni biennio, con la conseguenza che nel 2018, le donne andranno in pensione a 65 anni, con un’età uguale a quella dei colleghi uomini.» Per l'assessore Ercoli " Si tratta di una scelta iniqua, che non tiene conto della mole di attività alla quale sono sottoposte, ogni giorno, le donne che lavorano. Le scelte operate dall’attuale Governo, che dichiara di considerare la famiglia come perno della società, sono quantomeno contraddittorie . E’ inaccettabile che per fare cassa il Governo obblighi le donne a restare al lavoro 5 anni in più ed è ancor più inaccettabile in un Paese nel quale le donne faticano ad entrare nel mondo del lavoro, hanno enormi difficoltà a gestirlo e mantenerlo per dedicarsi ai figli e alla famiglia perché il diritto alla maternità non è sempre garantito e i servizi socio- educativi- assistenziali sono talvolta carenti. Sarebbe più opportuno pensare ad una parità di diritti in termini di equiparazione salariale e accesso alle cariche finanziando maggiormente i servizi alla famiglia". Condividi