Sul Manifesto di sabato passato è apparso uno stimolante, anche se non totalmente condivisibile, contributo di Paolo Flores d'Arcais che ha, in primo luogo, il merito di richiamare, con lucidità di argomentazione, all'impegno o, come dal titolo del suo intervento, ad usare questa impossibile sinistra. La cosa non è di poco conto in un periodo nel quale non sono pochi, anche a Sinistra, a puntare da un lato ad un dissolvimento/implosione del Partito Democratico, dall'altro ad una chiusura per bancarotta di ciò che resta della ex Sinistra radicale, come se da questo cumulo di macerie ne potesse venire qualcosa di buono per il paese.
Il punto di partenza del ragionamento di Flores d'Arcais, assolutamente condivisibile, è il seguente: esistono in questo paese qualche milioni di cittadini in carne ed ossa, elettori di Sinistra che, orfani dei DS da un lato, e sconcertati dall'ondeggiare di quella che si suole definire la sinistra radicale, da un po' di tempo a questa parte, o meglio da qualche elezione a questa parte, hanno vagabondato, in cerca di risposte, tra quattro opzioni elettorali diverse: Partito Democratico, Di Pietro, una delle diverse anime della Sinistra radicale, il non voto. Alcuni di questi, aggiungo io, hanno trovato, talvolta con operazioni di vero e proprio trasformismo politico, confortevole casa, altri sono ancora alla ricerca. Le, pur non numerose, indagini sui flussi elettorali confermano ampiamente questa tesi. Seconda considerazione, altrettanto condivisibile,: questo popolo errante, benché in superficie assai variegato è, nella sostanza, molto più omogeneo di quanto non siano le opzioni politiche tra le quali fino ad oggi ha avuto possibilità di scegliere. Per questi cittadini, per citare solo un dato, la semplice applicazione della Costituzione sarebbe un vero programma di riformismo rivoluzionario. Terza considerazione, e siamo ancora sul terreno della condivisione, questi milioni di cittadini, cito testualmente Flores d'Arcais, dovrebbero agire utilizzando strumentalmente i partiti esistenti, tutte le volte che se ne offra effettiva, ancorché piccola, occasione, d'altro canto, l'articolo 49 della nostra Costituzione afferma che il soggetto sono i cittadini, i partiti sono solo lo strumento attraverso cui i cittadini concorrono a decidere.
E allora forza, oggi abbiamo l'opportunità di riprenderci la Sinistra, senza nemmeno doverci iscrivere ad un partito. E' questa l'opportunità offerta dall'Assemblea di Roma del 18. Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Socialismo 2000 affermano di volere dar vita ad un soggetto federato, al cui interno si deciderà con la regola una testa ed un voto e chiunque sia legittimato a definirsi come ritiene: una federazione che non vuole essere il salvifico nuovo soggetto/partito della Sinistra, ma neanche un forum di anime belle. A Roma, almeno questo è l'auspicio, dovranno essere definite, o comunque tracciate le linee di riferimento, di una piattaforma politica, che, oltre ad indicare i denominatori comuni, indichi le cose da fare, dall'altro il sistema di regole per il funzionamento della Federazione, indicando le aree di competenza e decisione della Federazione e per le quali vale la regola una testa ed un voto. La Federazione su alcune questioni (il cui numero dovrà ampliarsi nel tempo) dovrà parlare come soggetto politico autonomo, sulla base di scelte adottate non come mediazione tra diverse componenti ma come frutto di un dibattito interno alla Federazione stessa.
Si tratta di una bella scommessa. Qualcuno può arricciare il naso sospettoso. Sta di fatto che, all'interno di un orizzonte politico non certo esaltante, ci troviamo di fronte ad una proposta politica chiara, dove non si chiede ad alcuno di abiurare identità e passato, ma di lavorare, sulla base di regole e programmi certi, ad un progetto comune. D'altro canto è la stessa Rifondazione, la forza politica maggiormente strutturata, ad ammettere la sua non autosufficienza e a dichiarare per bocca del suon segretario che Rifondazione rimane ma non crescerà su se stessa. Insomma le premesse per un buon lavoro ci sono tutte. Spetta a noi, a quei tanti militanti, elettori stanchi, disillusi e, diciamolo, anche molti incazzati, andare a vedere le carte. Più saranno coloro che da tempo non hanno più in tasca alcuna tessera di partito e più la Federazione avrà peso decisionale e si imporrà nei fatti come vero e proprio soggetto politico. E allora non perdiamo questa occasione, usiamo questa impossibile Sinistra, riprendiamoci la Sinistra.
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