"Pensavamo che il peggio fosse alle spalle, ma credo debba ancora arrivare"
 
A Gaza City tutti gli edifici sono ridotti in macerie e non c'è quasi più nessuno, a parte qualche persona che cerca di recuperare ciò che resta dalla propria casa distrutta: sembra una città fantasma.
 
I bombardamenti dell'esercito israeliano, intanto, continuano a colpire anche le zone intorno alle poche strutture sanitarie ancora funzionanti, come la clinica di MSF a Gaza City nel nord della Striscia.
 
Nei pressi della clinica, circa 25.000 persone sfollate vanno incontro ai mesi più freddi senza avere cibo, acqua potabile o dei rifugi adeguati. L'esercito israeliano continua infatti a ostacolare la consegna degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza: a ottobre e novembre le forniture mediche e alimentari che sono entrate a Gaza hanno raggiunto livelli minimi. A causa del freddo e della fame i bisogni medici, soprattutto dei bambini, aumenteranno a dismisura nei prossimi mesi.
 
É necessario il cessate il fuoco a tutti i costi e un afflusso consistente e regolare di aiuti umanitari per porre fine alle sofferenze di migliaia di persone.

Così si legge in una nota diffusa da Medici Senza Frontiere 

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