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di Eugenio Pierucci A voglia ripetere che l’istituzione dell’avviso di garanzia è stata pensata per meglio tutelare i diritti dell’indagato e che, quindi, non rappresenta alcun indizio di responsabilità. Sarà, ma solo a parole perché di fatto la semplice notizia che ad un cittadino è arrivato questo benedetto “avviso” è più che sufficiente per scatenare la caccia da parte di schiere di giornalisti alla ricerca affannosa dello scandalo attorno al quale ricamare per riempire pagine e pagine dei loro quotidiani, tanto più in queste giornate di stanca estiva che, si sa, non sono proprio il massimo per le vendite. Figuriamoci, poi, se nella “trappola” mediatica c’è cascato un politico di rango come Renato Locchi, il sindaco uscente di Perugia, in questi giorni al mare con la famiglia ma che, ben si comprende, non dimentica di seguire le vicende di casa, tanto più quelle legate al congresso del suo partito, il Pd, che lo vede impegnato in prima persona anche perché, una volta uscito da Palazzo dei Priori, vuole comunque ritagliarsi un nuovo ruolo possibilmente a livello istituzionale. Proprio a lui hanno notificato in questi giorni questo benedetto “avviso di garanzia” attorno al quale si sta facendo un gran baccano. A quanto ci è parso di capire è successo che la Guardia di Finanza nello sgrufolare fra le carte del cosiddetto “buco di bilancio” a Palazzo dei Priori, una vicenda che fece scalpore qualche anno fa, avrebbe scovato, stando sempre ai si dice, documenti interessanti che collegherebbero in qualche modo quel fatto increscioso con la realizzazione del minimetrò: una storia di appalti a quanto un po’ intricata sulla quale il giudice di turno cerca di vederci più chiaro. Del resto il terreno da esplorare è vasto,visto che la storia del minimetrò si snoda fra il 1999 e il 2008 e perciò i documenti da spulciare sono tanti e di non facile lettura. Come si ricorderà, comunque, l’inchiesta prese avvio non da un fatto specifico, bensì da una messe infinita di esposti (pare circa 300) nei confronti del minimetrò perugino ad opera di semplici cittadini e di associazioni più o meno ambientaliste che ce l’avevano per le ragioni più disparate con questa opera, il che non costituisce una novità visto il precedente delle scale mobili che produsse un'uguale sollevazione. Per questo si sta indagando da anni a tutta forza e solo il tempo ci dirà se c’era per davvero qualcosa di losco da scoprire o se, invece, si è perso solo tempo e denaro. Intanto il diretto interessato, l’ex sindaco Locchi, per l’appunto, si dimostra certo del suo operato che riassume più o meno così: se mi fossi limitato a predicare la necessità di realizzare grandi opere, senza però porvi mano sul serio – ha fatto sapere – non mi sarebbe accaduto nulla. Invece, io non mi sono limitato alle chiacchiere dei convegni e il minimetro l’ho portato a termine nei tempi e nei modi previsti. Oggi funzione egregiamente e rappresenta un fiore all’occhiello per la città essendo lodato da chiunque visiti Perugia. Come dire, chi si dà da fare per forza di cose finisce per pestare i piedi a qualcuno, ma alla fine i suoi meriti vengono sempre riconosciuti, ed è per questo che sempre Locchi ha fatto sapere di vedere addirittura di buon grado questo nuovo capitolo che, ne è certo, servirà ad arrivare prima alla verità, quella giusta dal suo punto di vista. Per il bene di Perugia, più che suo, ce lo auguriamo anche noi. Condividi