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Dove la politologia incontra l’astrologia: in questo incrocio si piazza per il momento il congresso regionale del Pd. La situazione è magmatica e fare previsioni è difficilissimo. Si susseguono gli incontri delle aree ma nomi per il futuro segretario regionale, quantomeno credibili, non ce ne sono. Il tutto al momento va preso con beneficio di inventario. Qualcuno dice che è come il giochino del cesto: ossia si buttano dei nomi dentro per poi farli uscire e vedere l’effetto che fa, soppesare le reazioni. Mediamente, i nomi che escono sono quelli bruciati. Per il momento siamo alla fase del posizionamento delle truppe: chi con Franceschini, chi con Bersani e chi con Marino. Intanto oggi pomeriggio intorno alle 16.30, attovagliati intorno ad un tavolino del Blitz bar di Corso Vannucci, discutevano amabilmente il presidente del Consiglio regionale Bracco, gli onorevoli Pd Mauro Agostini e Giampiero Bocci, il consigliere regionale Paolo Baiardini e il responsabile organizzazione Manini. Praticamente una buona fetta dei sostenitori di Franceschini. Della fine delle mezze stagioni sicuramente non hanno parlato. I BERSANI BOYS Intorno al condottiero Bersani intanto si vanno aggregando i seguenti big regionali: l’ex sindaco di Perugia Renato Locchi, il neo-assessore provinciale Piero Mignini, gli assessori regionali Bottini, Riommi e Prodi (legata a Rosi Bindi), Maria Rita Lorenzetti, Gianluca Rossi, l’onorevole Trappolino, l’ex sindaco di Montefalco Valentino Valentini e la debuttante al Consiglio comunale di Perugia Sonia Brugnoni (legata a Piero Mignini). Candidati dell’area per la segreteria regionale non se ne fanno in maniera ufficiale. Volendo strologare in queste ore è venuto fuori il nome del capogruppo regionale Gianluca Rossi. In pista sembra esserci anche Lamberto Bottini. Basta ricordarsi del giochino del cesto sopra riportato. I FRANCESCHINI BOYS Idem con patate per quanto riguarda l’area Franceschini: si comincia con il presidente del Consiglio regionale Bracco (fassiniano di ferro) e poi l’onorevole truppa formata da Agostini, Bocci, Sereni e Fioroni. La “pecora nera” del gruppo, o meglio la “pecora laica” a parte Trappolino è incarnata dal “lingottino” Sandro Gozi, schierato sul fronte di Ignazio Marino. E poi si va dal coordinatore di Perugia Leonelli (che si porterà dietro nella tenzone, sembra, buona parte dei giovani democrats perugini), fino al presidente della Provincia di Perugia Guasticchi e la segretaria regionale Bruscolotti. E a proposito, sembra sempre più sfumare una sua possibile ricandidatura. Per quanto riguarda i consiglieri regionali, Franco Tomassoni dovrebbe stare con Franceschini, Enzo Ronca invece è alquanto indeciso. Ai suoi collaboratori avrebbe detto che lui prima vuole leggere le mozioni (caso più unico che raro) prima di schierarsi. Il problema, è che ad oggi le mozioni ancora non ci sono. Si va più o meno dove porta il cuore. I GIOVANI PD Un discorso a parte va fatto per i giovani virgulti democratici. Se quelli di Terni, a quanto pare, staranno compatti come un sol uomo con Bersani, il fronte perugino è più articolato. Se Leonelli, forse, si porterà dietro una parte consistenti dei giovani Pd (ma anche qui è tutto da vedere), il sostegno su Bersani non mancherà come non mancherà, sembra, neanche una presa di posizione sul medico Ignazio Marino. Un certo fermento e una certa ebollizione in tal senso ci sono. Il ragionamento che si fa da queste parti suona più o meno così: Marino non sarà il segretario perfetto del Pd, ma almeno proviamo a sottrarci dalla sanguinosa conta tra vecchi dirigenti e fratelli coltelli. LA PAX STRAMACCIONIANA E a proposito di sanguinose conte che potrebbero dilaniare il partito di maggioranza relativa ad un tiro di schioppo dalle regionali di marzo, rimane su tappeto l’ipotesi Stramaccioni. Nei giorni scorsi il segretario provinciale del Pd lanciò dalle colonne del Corriere dell’Umbria la proposta di una pax da stipulare tra le correnti. Ossia, sediamoci intorno ad una tavolo, ragioniamo, facciamo un accordo piazzando un segretario regionale di garanzia. Passata la “nuttata”, ossia le regionali, eleggiamo un nuovo segretario. L’ostacolo principale alla pax stramaccioniana sta nella voglia matta (e legittima s’intende) di contarsi che c’è nel Pd regionale. A favore dell’accordone invece potrebbero giocare i risultati della conta in Umbria (che saranno noti al massimo entro il 30 settembre): se a dividere i due schieramenti saranno un pugno di voti con lo strascico di prevedibili polemiche, la pax potrebbe essere la soluzione. Entro la prossima settimana comunque, si dovrebbe sapere qualcosa in più per quanto riguarda le candidature alla segreteria regionale (i termini scadono il 31 luglio). Tutto ciò senza dimenticare che ai candidati non basterà ottenere la maggioranza dei voti degli iscritti: ad aspettarli al varco infatti c’è la mannaia delle primarie fissate per il 25 ottobre. In quella sede potrebbero essere ribaltati gli esiti congressuali, con un segretario cioè che ha dalla sua la maggioranza degli iscritti ma che si vede bocciato dal popolo delle primarie. Un bel grattacapo. Condividi