dal nostro inviato all'Aquila Nicola Bossi
Sono circa 5mila le persone che stanno pacificamente dimostrando all'Aquila contro il G8. I cori sono per il lavoro, la pace e la ricostruzione sociale dell'Aquila. Nel suo snodarsi il corteo ha lambito anche le tendopoli. La gente qui, però, sembra pensare a ben altro. Raggiunto il più importante dei cantieri del piano casa del governo, quello di Bazzano, le ruspe hanno fatto muro per impedire l'ingresso ai manifestanti. Le previste azioni dimostrative non ci sono state. Gli operai si fermano, aspettano che il corteo passi e qualcuno saluta pure col pugno chiuso.
Piero Bernocchi, leader dei Cobas, ha affrontato durante il corteo con Umbrialeft la crisi del movimento no global: “La distruzione e le divisioni interne del movimento sono avvenute con il governo Prodi nel 2006, dove una parte della sinistra ha appoggiato il governo mentre un’altra ha deciso di stare con i movimenti. Questa divisione ha creato problemi, così chi era libero e senza sigle se n’è andato e il movimento si è sciolto. Ora si sta cercando di ricostruirlo lentamente con i movimenti territoriali e puntando su lavoro, democrazia dal basso e ambiente”.
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