mobbing.jpg
PERUGIA - Informare i lavoratori sul significato e le caratteristiche del “mobbing”, per contribuire ad eliminare il fenomeno, o quanto meno per aiutare a riconoscerlo e a difendersene. È questo il contenuto dell’opuscolo informativo dell’Agenzia Umbria Ricerche, realizzato su incarico della Regione Umbria e presentato a Perugia, durante un seminario al quale hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, di parti sociali e sindacali. Il “mobbing”, si legge nell’opuscolo (poche pagine di agile lettura curate da Giuliano Bussotti, piene di consigli e numeri utili, n.d.r), è un fenomeno di violenza psicologica e pratica persecutoria, che, soprattutto dagli anni ’80, ha preso piede in ambito lavorativo pubblico e privato. Si sviluppa in varie fasi ed è perpetrato dal datore di lavoro o dai colleghi nei confronti di un lavoratore per costringerlo alle dimissioni o, comunque, ad uscire dall’ambito lavorativo. I motivi della persecuzione, continua il testo, possono essere i più svariati: invidia, razzismo, diversità religiosa o culturale rispetto al gruppo prevalente, carrierismo sfrenato, o semplice gusto nel far del male ad un’altra persona. Il mobbing è considerato dall'Inail malattia professionale e per le conseguenze sulla salute della persona e sui familiari comporta un costo sostanziale anche al sistema sanitario. L’Umbria, spiegano all’“Aur”, è una delle poche realtà normativa specifica sul “mobbing”. Con la legge 18/2005 sono previsti compiti, responsabilità e percorsi formativi per combatterlo. Secondo l’“Aur” occorre, però, ancora fare molto, “integrando i ‘Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro” con gli “Accordi integrativi aziendali” o i ‘Codici di condotta’. L’opuscolo è consultabile al sito www.aur-umbria.it nella sezione e-paper. Condividi