L'Umbria e il lavoro povero (di Stefano Vinti)
Il lavoro in Umbria è pagato meno che in Italia.
Perdura un pesante svantaggio retributivo del lavoro dipendente in Umbria.
Nella nostra regione i lavoratori sono 226.599, di cui il 56% uomini, di cui il 61% operai, il 31% impiegati, l'1,7% quadri e lo 0,3% dirigenti, che percepiscono una retribuzione inferiore dell'11,5% rispetto a quella media nazionale.
La retribuzione media annua in Umbria risulta pari a 30.872 € e quella in Italia a 37.360 €. Cioè in Umbria si guadagnano in meno 6.488 €.
Le retribuzioni dei dipendenti privati con contratti a tempo pieno e indeterminato , suddivisi per categorie sono così ingiustamente penalizzati: i dirigenti guadagnano -5,8% rispetto la media nazionale; i quadri -12,3%; gli impiegati-8,9%; gli operai -6,7%.
La propaganda della presidente della giunta regionale s'infrange in questi numeri. Con la destra al governo in Umbria, i lavoratori continuano a guadagnare poco, anzi sempre meno perché aumenta la spesa delle famiglie per l'acquisto dei servizi, cioè per curarsi presso la sanità privata. Gli imprenditori continuano imperterriti a sfruttare le lavoratrici e I lavoratori umbri, le forze politiche di ogni latitudine e longitudine neppure si pongono il problema. Resterebbero i sindacati, ma fatta eccezione per qualche minoranza più combattiva, di una vertenza regionale per l'aumento dei salari e degli stipendi non c'è traccia. Che invece è necessaria e urgente.

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