di Nicola Bossi - inviato al G8 a l'Aquila
L'Aquila di notte è cieca, se non fosse per le stelle che, terremoto o no, se ne restano al loro posto sopra le montagne e la valle. I palazzoni, le villette e le case popolari non hanno nemmeno una finestra illuminata. Non c'è nessuno. Le tendopoli invece sembrano dei campi di prigionia: lampioni alogeni illuminano a giorno. Non c'è una porzione di area al buio. Non c'è intimità nelle tendopoli per nessuno.
Il G8 tra poche ore aprirà la sua vetrina: i grandi della terra danzeranno, mangeranno, decideranno, si faranno foto e poi un giretto all'Aquila. Obama al cantiere di Bazzano e al centro storico. La Merkel ad Onna dove sarà la prima tedesca ad essere applaudita. Più per necessità - i soldi per ricostruire - che per volontà. D'altronde l'eccidio nazista è sempre presente nei ricordi. Il G8 con tanti luci e l'Aquila invece al buio.
Ma nelle tendopoli la gente non parla di G8. Si discute delle tasse: il Governo le rivuole indietro a partire da Gennaio 2010. Non era mai successo prima: i terremotati umbri hanno ridato la busta pesante dopo 12 anni, in Molise dopo 20, in Irpinia neanche ci hanno provato a richiederla. Gli aquilani dovranno ridare 530milioni di euro. Un terzo della ricostruzione se lo pagheranno da soli. Una beffa.
Il sindaco Massimo Cialente è ormai un sindaco senza deleghe. Le ha prese tutte Bertolaso. Al di la di quello che dicono i no-global, il capo della Protezione civile sembra un generale americano in Iraq. Fisico da marines, attorniato da giovani arrogantelli un po' scout, un po' figlie di maria, e nella luce del Governo. Dagli asili alle case: comanda tutto lui. Nelle tendopoli non si possono fare assemblee politiche o di varia natura. Bastano i colloqui con il capo-campo. Questa Protezione civile si crede di essere la Guardia Nazionale.
La presidente della Provincia dell'Aquila, la Pezzopane, è ancora più piccola di quello che è. Bertolaso gli ha tolto persino la delega alla scuola, affidata al Provveditorato degli studi. Non era mai successo.
Chiodi, fresco di elezioni, è il volto bello del Governo in ABRUZZO. Praticamente è un portavoce che parla di cifre e lavoro degli altri. Per fare solo questo guadagna veramente troppo. Bisogna dirlo alla corte dei Conti.
Poi c'è un gruppo di giovani, certamente ideologizzati e non delle mammolette, che hanno tenuto i riflettori alti sulla ricostruzione e sulla mancanza di democrazia. Ora tutto quello che hanno fatto rischia di essere vano se i no-global faranno danni. Ha ragione Rinaldini della Fiom: la non violenza è fondamentale per la battaglia.
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