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ROMA - Dopo aver tirato le orecchie agli "allarmisti", fra i quali il governatore di Bankitalia Draghi, per le cifre fornite riquardo allo stato dei conti pubblici italiani che, diceva, non corrispondevano alla realtà, alla primas prova dei fatti il ministro Tremonti finisce per dare loro ragione. Infatti dal disegno di legge per l'assestamento del bilancio presentato dal Ministero dell'economia e ora assegnato al Senato, appare un netto peggioramento dei conti pubblici, dovuto essenzialmente al calo delle entrate per effetto del ridimensionamento del pil, e anche ad un aumento delle spese. Il pil per il 2009, riporta la relazione generale del provvedimento che spiega le relative tabelle, viene rivisto al ribasso e stimato al 5,2% per l'anno in corso. La relazione unificata sull'economia e la finanza (ruef), presentata il 2 maggio scorso, prevedeva un calo del pil del 4,2% nel 2009. L'assestamento di bilancio modifica il ddl di bilancio che era stato presentato a settembre 2008, quando si prevedeva un tasso di crescita dello 0,5%. In base al quadro macro economico aggiornato, le previsioni 2009 assestate presentano entrate finali in diminuzione per 32 miliardi di euro (le entrate tributarie calano di 32,6 miliardi mentre le altre entrate aumentano di 608 milioni). Le spese aumentano di 10,6 miliardi a livello di competenza (tra atti amministrativi e proposte di assestamento) e di 18 miliardi a livello di cassa. Le variazioni per atto amministrativo riguardano quelle introdotte in bilancio nel periodo gennaio-maggio 2009. Gli effetti complessivi sono di un peggioramento del saldo netto da finanziare che, a livello di competenza, passa da 32,7 miliardi stimati a settembre, a 69,6 miliardi nell'assestamento, con un aumento, quindi di 36,8 miliardi. A livello di cassa si passa da 79 miliardi a 125 miliardi, con un aumento di circa 46 miliardi. Condividi