dal nostro inviato all'Aquila Nicola Bossi "Stiamo vivendo un golpe nascosto". Lo ha affermato Renato De Nicola, responsabile 'Abruzzo Social Forum', durante il dibattito organizzato dai comitati civici su ricostruzione e democrazia all'Aquila. "Non è una provocazione", continua De Nicola rivolgendosi alla platea dei giornalisti, "le istituzioni abruzzesi sono state completamente spogliate dai propri compiti, tutto questo per via del superpresenzialismo della Protezione civile di Bertolaso. Le tendopoli sono state ridotte a dei dormitori dove non c'è possibilità di diritto di parola e critica. Non si possono organizzare assemblee; non si è potuta neanche fare campagna elettorale per le passate europee. Gli unici volantini politici che sono stati permessi nelle tendopoli sono entrati grazie alla presenza di alcuni giornalisti. Sempre nelle tendopoli non c'è libero accesso, deve essere richiesta qualsiasi cosa come se i terremotati non fossero dei cittadini ma bambini ospiti di colonie marittime". Anche Maurizio Acerbo, capogruppo regionale del Prc, parla al Forum di democrazia sospesa in Abruzzo: "Il consiglio regionale è praticamente ogni giorno bypassato dalle altre istituzioni. La giunta regionale si limita a fare da portavoce di quello che ha deciso il Governo. Ai tanti deputati del Pdl abruzzese spetta il compito esclusivo di accompagnare Berlusconi nelle sue uscite abruzzesi". SUPERLAVORO SOTTO ACCUSA Il superlavoro dei cantieri del progetto case, fortemente voluto dal Governo Berlusconi per la ricostruzione all'Aquila, non sarebbe così indolore come previsto. Nel corso del Forum 'Ricostruzione e democrazia' - manifestazione anti-vertice G8 - Rita Innocenzi, segretaria regionale Cgil-Fillea, ha denunciato alla platea "due infortuni avvenuti in pochi giorni nei cantieri aquilani". Secondo la Innocenzi "un operaio è ancora ricoverato in un ospedale e le sue condizioni si sarebbero ulteriormente aggravate". Per la Fillea-Cgil, dunque, il rischio di ulteriori incidenti è altissimo. "Si fanno turni massacranti", conclude Rita Innocenzi "si lavora dalle 6 alle 14 e dalle 14 alle 22. Data l'urgenza del cantiere si è chiesta la disponibilità agli operai di lavorare anche il sabato e la domenica". Sui cantieri del Governo non vigilerebbe al momento nessun tavolo regionale sul rischio di infiltrazioni mafiose. La Cgil ha chiesto alla Regione di poter attivare quanto prima un protocollo d'intesa su questo particolare settore della ricostruzione. Condividi