Italia nostra non demorde sul piano casa. Dopo l'approvazione del disegno di legge regionale che recepisce il piano del Governo per gli ampliamenti edilizi, alla terza conferenza stampa sull'argomento, Italia nostra chiede ai sindaci di tutti i Comuni umbri di sospendere le procedure per l'applicazione della legge regionale. Stamani è stato Urbano Barelli, consigliere nazionale dell'associazione ambientalista, a ribadire che ''sulla legge sul governo del territorio approvata qualche settimana fa dal consiglio regionale anche sull'onda della fantasiosa ipotesi che il Governo nazionale potesse assumere poteri sostitutivi in materia, rischia di aprirsi un vasto contenzioso davanti alla Consulta. Questo perché sono proprio i presupposti elencati nel piano casa a mostrare profili di incostituzionalità, quando si lascia ai singoli cittadini la libertà di proporre e realizzare ampliamenti di edifici. Questo va contro la norma costituzionale che impone la pianificazione urbanistica''. ''Forse anche avendo sentore di tutto ciò - ha osservato Barelli - il Governo non ha ancora messo nero su bianco, in un proprio decreto legge, i dettami del piano casa. All'opposto, più realiste del re sono state quelle Regioni, come l'Umbria, la Toscana e l'Emilia-Romagna, che hanno legiferato in materia, pur essendo state tra le più fiere avversarie del piano casa al momento del suo annuncio''. Una ''stranezza'', questa, per Barelli (''forse per privilegiare la solita filiera del cemento'', è la sua spiegazione), che considera ''altrettanto singolare il fatto che la Regione vari una legge lasciando poi ad ogni singolo Comune la decisione se applicarla o no. Lo hanno fatto probabilmente in ossequio alla previsione dell'articolo 118 della Costituzione, che parla di sussidiarietà verticale tra gli enti: ma allora non si doveva prevedere un termine di 60 giorni da dare ai Comuni per decidere''. Secondo Italia nostra, anche l'accordo Stato-Regioni su questa materia ''non mette le Regioni al riparo dai contenziosi, perché tramite i Tar ogni cittadino ed ogni ente locale possono agire in tal senso''. A questo riguardo, l'associazione ambientalista sta creando una rete di studi legali sul territorio per assistere gratuitamente, sul piano caso dell'Umbria, singoli cittadini ed anche sindaci, consiglieri comunali o responsabili degli uffici urbanistici comunali. Condividi