IL CRIMINE È TUTTO DEL REGIME DI KIEV CON LA COPERTURA DELLA NATO
di Leonardo Masella
"La diga di Nova Kakhovka, il cui cedimento nella giornata di ieri ha causato l’inondazione di decine di insediamenti lungo il basso corso e l’estuario del fiume Dnepr, che segna il confine di parte dei territori ucraini occupati dalla Russia, era già stata danneggiata da bombardamenti all’inizio di questo mese. E’ quanto emerge da fotografie satellitari analizzate dalla “Cnn”. Secondo l’emittente televisiva statunitense, le foto satellitari mostrano che la diga appariva nel complesso strutturalmente intatta almeno sino al 28 maggio scorso; fotografie scattate pochi giorni più tardi, il 5 giugno, mostrano invece danni significativi a una sessione della strada che coronava l’orlo della diga, un danno che pare provocato da un attacco esterno, forse tramite proiettili d’artiglieria. “Cnn” precisa di non poter verificare se i danni strutturali causati alla diga all’inizio di questo mese abbiano effettivamente causato il cedimento di ieri, o se quest’ultimo sia invece il risultato di esplosivi posizionati dalla Russia all’interno della centrale idroelettrica, come sostenuto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La “Cnn” riporta però anche le dichiarazioni di un ufficiale delle forze armate ucraine, il capitano Andrei Pidlisnyi, secondo cui dopo il cedimento della diga soldati ucraini hanno visto militari russi trascinati dalla corrente del fiume nel caos dell’inondazione.
Tale testimonianza non sembra avvalorare l’ipotesi di un sabotaggio deliberato della Russia, ma piuttosto quella di un cedimento strutturale improvviso della diga; Pidlisnyi ha però dichiarato alla “Cnn” di credere che i russi abbiano fatto effettivamente esplodere la diga, e che non ne abbiano informato preventivamente le proprie unità militari a valle, forse per “mantenere l’elemento della sorpresa”. Il collasso della diga di Nova Kakhovka ha causato effettivamente danni ben peggiori sulla sponda sinistra del fiume, controllata dalle forze russe e dove queste ultime avevano realizzato nei mesi scorsi vaste opere difensive in vista di ipotetici sbarchi fluviali da parte dell’Ucraina. Come sottolineato dallo stesso Pidlisnyi, la sponda del fiume controllata dai russi era più bassa di quella di destra, su cui sono attestati gli ucraini, e dunque ha risentito maggiormente del cedimento della diga. L’allagamento di queste aree è iniziato attorno alle 3 di ieri mattina (ora locale), ma si è verificato gradualmente nell’arco di diverse ore, e pare dunque improbabile che la maggior parte dei militari russi non siano stati in grado di abbandonare le loro posizioni.
Intanto le autorità della regione di Kherson hanno dichiarato lo stato di emergenza nell’intera area amministrativa. E’ quanto riferito dai servizi di emergenza all’agenzia di stampa “Tass”. “Nella regione di Kherson è stata introdotta una modalità operativa di ‘situazione di emergenza’”, ha affermato la fonte dell’agenzia. In precedenza, lo stato di emergenza era stato introdotto nel distretto di Novokakhovskij.
Fonte: facebook

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