QUANTE VOLTE HO GUARDATO IL CIELO..
di Vanni Capoccia
Alla Galleria Nazionale dell'Umbria come si entra alla mostra su Perugino si presenta una Madonna col Bambino proveniente da Berlino che due giganti della storia dell’arte come Roberto Longhi e Federico Zeri attribuiscono a Pietro Vannucci.
Ma non sta lì, in quella posizione, per questo, c'è perché considerata quasi unanimemente opera di Verrocchio il maestro del Perugino, come a dire: è con lui che è iniziato. Ma è giusto considerarlo solo in quella veste? Una specie di allenatore della pittura dalla cui bottega sono usciti un gran numero di artisti tra i quali oltre al Perugino, Ghirlandaio, Bartolomeo della Gatta, Lorenzo di Credi e il fuoriclasse Leonardo?
Verrocchio orefice, sculture, pittore è artista che nel secondo ‘400, gli anni di Lorenzo il Magnifico, ha contribuito a diffondere gli ideali di bellezza e raffinatezza che divennero anche una merce di scambio per facilitare relazioni e affari portando a Firenze ricchezza e favorendo un mecenatismo senza pari.
È all’interno di questa temperie che va vista questa “Madonna del davanzale” (come le chiamava Pietro Scarpellini) bellissima, dalla veste plissettata e il manto retto da una spilla memore dei trascorsi del Verrocchio nella bottega del padre orefice con un cielo perlaceo di un celeste che si attenua sullo sfondo dipingendo lo spazio dandogli profondità e una quieta astrattezza.
Lo stesso cielo che in mostra si ritrova nelle non a caso vicine opere giovanili del Perugino “Madonna col Bambino” e tavoletta della “Nicchia di san Bernardino” nella quale il santo risana una fanciulla e anche, seppur più denso, nel ritratto d’uomo di Raffaello e nella crocefissione della Galleria Borghese del Pintoricchio che a guardare il cielo il sospetto che il Perugino c’abbia messo le mani lo fa venire. Delicato e senza nuvole è presente in tutte le opere del maestro di Città della Pieve; custode delle sottili profonde emozioni di Pietro Vannucci accompagna nel silenzio (Perugino va visto isolandosi in una bolla di silenzio) per tutta la mostra fino allo “Sposalizio della Vergine”.

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