SORVEGLIANZA TOTALE IN FRANCIA
di Laura Carrer,
Da mesi Parigi e molte altre città francesi sono attraversate da manifestazioni e scontri anche piuttosto violenti a causa dell’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni, voluto dal presidente Emmanuel Macron. La scorsa settimana l’Assemblea Nazionale, ovvero il parlamento francese, ha adottato l’articolo 7 della legge sui Giochi olimpici (la città della Torre Eiffel ospiterà nel 2024 le olimpiadi), con 59 voti a favore e 14 contrari, che introduce l’utilizzo di sistemi di sorveglianza biometrica per questioni di sicurezza.
Secondo quanto riporta il sito Politico, il governo francese vorrebbe sperimentare su larga scala l’installazione di videocamere o l’aggiunta di algoritmi su reti già esistenti che permettano il riconoscimento in tempo reale di “comportamenti sospetti, compresi bagagli abbandonati e movimenti delle folle”. In parole semplici attraverso un sistema di riconoscimento facciale in tempo reale come questo, la polizia può visionare un flusso video proveniente da qualsiasi videocamera (pubblica e anche privata se ci sono accordi in questo senso tra i cittadini e la polizia o il comune) e riconoscere una persona attraverso il suo volto o il modo in cui è vestita, cammina, o il genere. Per riconoscere una persona si intende riuscire ad attribuirle un’identità specifica, ovvero un nome e un cognome, pescato all’interno del database che la polizia “dà in pasto” al sistema quando gli chiede di trovare appunto un soggetto.
Negli ultimi mesi il progetto francese è stato oggetto di una forte opposizione da parte di molte associazioni che da decenni si battono per i diritti umani e digitali delle persone. La Quadrature du Net è la più famosa oltralpe, ma si sono fatte sentire anche Amnesty International e Access Now: il motivo è legato alla totale insostenibilità dell’utilizzo di questi sistemi, poiché non garantiscono in nessun modo un bilanciamento tra diritto alla privacy o alla libertà di manifestazione e sicurezza. Definire un comportamento come “sospetto” significa adottare una definizione molto stringente di cosa sia giusto o sbagliato fare, per esempio. È sospetto avere il cappuccio della felpa in testa mentre si attraversa una piazza o è più sospetto fermarsi per dieci minuti davanti alla Torre Eiffel per scattarsi un selfie?
Per non parlare poi del fatto che i sistemi di riconoscimento facciale non sono precisi nemmeno quando devono identificare le persone, e quindi associare un volto a un’identità.
Fonte: Wired

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