“Tanto tuonò che piovve. Con la definizione del Decreto sicurezza in Italia si sceglie la via della segregazione, rispetto a una scelta multietnica e multirazziale. La paura, più di ogni altra cosa, fomentata e strumentalizzata dalla politica ha preso il sopravvento sul buon senso e sulla civile convivenza”. Questa la posizione del segretario generale regionale della Cisl Umbria Ulderico Sbarra che si preoccupa seriamente delle conseguenze dell’applicazione della normativa sulla sicurezza, in particolare per l’istituzione delle ronde. “Questa –ha chiarito Sbarra- non risolverà nessun problema di ordine pubblico, ma si rischierà di ingenerare altri problemi e confusione in una materia ormai diventata sensibile per l’opinione pubblica”. Il leader della Cisl Umbria, con il suo intervento, condanna anche la decisione di introdurre la tassa di 200 euro legata al permesso di soggiorno. “Questa –ha spiegato- graverà sulle già scarse risorse di famiglie sull’orlo della povertà. Altro dannoso errore –ha poi continuato Sbarra- sta nell’aggravio della permanenza nei centri di identificazione ed espulsione di ulteriori 6 mesi: si tratta di un’obbrobriosa norma detentiva!”. Il segretario generale regionale della Cisl Umbria, Ulderico Sbarra, spostando la propria attenzione sull’introduzione del reato di clandestinità, afferma che “presumibilmente, questa scelta da un lato peggiorerà la situazione degli immigrati non in regola, condannandoli ulteriormente alla propria condizione e alle logiche malavitose che la dominano, dall’altro apre una inquietante questione dei diritti già verificata in occasione dei respingimenti dei barconi e dei suoi disperati. Questi esuli vengono riconsegnati alle terre di provenienza – ha sottolineato Sbarra- senza curarsi di verificare se a bordo ci siano bambini, donne incinte o profughi politici: si è aperta, in tal senso, la questione dei diritti umani, prontamente per altro condannata fermamente dall’Onu, dalla Comunità europea e dal Vaticano. La questione dei diritti umani e delle sue violazioni, con l’approvazione di questo decreto, si porrà in tutta la sua gravità: per questo la Cisl e l’Anolf, l’associazione cislina degli immigrati, anche in virtù delle migliaia di immigrati iscritti, si impegnerà perché queste norme vengano combattute dall’opinione pubblica e dalla società civile in tutte le sedi istituzionali, sino alla Corte Costituzionale se sarà necessario, affinché questa norma disumana e razzista venga cancellata dal diritto nazionale. La Cisl si mobiliterà in tutto il territorio nazionale assieme alle altre associazioni per coinvolgere istituzioni ed enti locali per abrogare questa norma della vergogna”. "L’approvazione del pacchetto sicurezza - dice poi in un'altra nota Rossano Rubicondi della Cgil - è una vergogna. La sicurezza ed i problemi quotidiani della gente non vengono affrontati né tanto meno risolti. Di sicuro questa nuova trovata del Governo Berlusconi fa riferimento ad una becera cattiveria razzista, inutile in materia di sicurezza nei confronti degli immigrati. Il Governo se ha tanto a cuore la questione sicurezza deve cercare di investire ed incrementare fondi da destinare alle forze dell’ordine, è inutile continuare a spendere parole sulla sicurezza se le autovetture della Polizia non hanno carburante per poter adempiere alle proprie mansioni di tutela dei cittadini e del territorio. Tutti siamo d’accordo sul fatto che gli immigrati che delinquono debbano essere puniti così come i cittadini italiani, sostengo a gran voce inoltre che gli immigrati impiegati in nero a causa della legge Bossi-Fini che non permette di acquisire il permesso di soggiorno e quindi di essere regolare, non è delinquente e quindi non può essere trattato come tale. Cosa succederà ora alle 700.000 badanti clandestine che lavorano irregolarmente nelle famiglie italiane? Cosa succederà a quelle famiglie? La denominazione giusta del pacchetto sicurezza è a mio avviso “pacchetto razzista”. La Cgil continuerà la propria battaglia contro questa vergogna italiana". Condividi