di Giorgio Faina 

Nel 1862, presso Foligno (Perugia), furono rinvenuti i pezzi di bronzo di una statuetta di Ercole. Come capita in questi ritrovamenti fai da te, i reperti se li divisero i due operai che li rinvennero. Qualche tempo dopo, un antiquario romano riuscì ad acquistare i reperti in possesso di uno degli operai ma non trovò in città l'altro operaio; lasciò qualche lira alla moglie di costui che si impegnò ad avvisarlo telegraficamente appena il marito fosse tornato a Foligno. Non avendo ricevuto alcuna comunicazione, l'antiquario tornò a Foligno qualche mese dopo e, con grande disappunto, scoprì che i reperti in possesso dell'altro operaio erano stati acquistati dal Prof. Mariano Guardabassi di Perugia. Tornato a Roma, l'antiquario intentò una causa al Guardabassi sostenendo di avere lasciato una caparra e che quindi avrebbe avuto la precedenza nell'acquisto di quegli oggetti. Dopo parecchi anni, il tribunale dette ragione al Prof. Guardabassi, il quale fece un'offerta all'antiquario per acquistare i reperti della statua in suo possesso, ma costui, per ripicca, li vendette ad un conte francese, Michel Tyszkiewicz, grande collezionista di antichità. Subito dopo, il Tyszkiewicz chiese al Guardabassi di scambiare i reperti in suo possesso contro due bellissime specchiere che il conte aveva riportato da una tomba di Palestina; il Professore accettò. A questo punto, il conte fece riassemblare e restaurare la statua e, infine, la cedette a Napoleone III. Da allora la nostra statua bronzea, h 42,5 cm, del III secolo avanti Cristo, si trova custodita nel museo del Louvre a Parigi (Francia).

 

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