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PERUGIA – “Non sono emerse criticità particolari rispetto a violazioni della normativa sulla sicurezza e la prevenzione sul lavoro nel settore della Sanità umbra, anche se sono state esaminate solo aziende con più di dieci dipendenti e non quelle composte solo da una o al massimo due persone, per le quali sarebbe stata necessaria una procedura diversa da quella eseguita dai servizi del Psal, che hanno valutato le informazioni circa le principali variabili produttive, tecniche ed organizzative di tutte le aziende, quindi strutture, organigramma, tipologia di lavoro, orari, mezzi in uso, materiali trasportati, procedure di lavoro e controllo sanitario. E’ stato esaminato, come d’obbligo, anche il documento di valutazione dei rischi e nel 72 per cento di esse l’indagine è stata approfondita con il sopralluogo nell’azienda stessa”. Così ha risposto l’assessore alla Sanità Maurizio Rosi all’interrogazione dei consiglieri Modena, Nevi, Mantovani, Sebastiani, Fronduti e Santi (FI-Pdl), presentata in Aula dal consigliere Massimo Mantovani, per conoscere le iniziative intraprese dalla Regione Umbria in materia di sicurezza sul lavoro, con specifico riferimento al settore della logistica e distribuzione merci onlus, a seguito di un incontro recentemente svoltosi in Prefettura tra l’associazione Adessd (Associazione difesa e sviluppo settore distribuzione onlus) e il viceprefetto vicario Vincenzo Ferzoco, durante il quale erano stati segnalati casi di non rispetto delle normative in materia di sicurezza sul lavoro. “Purtroppo le istituzioni tacciono – ha spiegato Mantovani – perché spesso negli scranni più alti siedono i produttori di materiali che poi affidano i loro prodotti alle aziende corrieri che, a loro volta, subappaltano a cooperative o a ditte individuali di padroncini, ma a prezzi da usuraio, con lavoratori quasi sempre precari se non in nero, sfruttati e sottopagati per dei turni massacranti in più sedi di lavoro”. Condividi