CUTRO
di Vito Nocera
Vorrei sapere che faccia avra' oggi il Cristo ligneo di Cutro, famoso perche' a seconda da dove lo guardi assume una espressione diversa.
Bel nome Cutro, in greco Kyterion, nel cuore della Magna Grecia davvero.
Passavamo da lì, giovanissimi, per andare a Isola Capo Rizzuto, dove c'era La Comune il campeggio gestito da ragazzi di Dp e di Lotta Continua.
O anche per andare a Crotone.
Lì, in una pizzeria, lavorava mio cognato.
Miracolo dell'emigrazione al contrario, era partito da Torre del Greco per trovare lavoro in Calabria.
Negli anni sarei stato molte volte in quella terra.
Inviato dal partito di Roma per dare una mano ai compagni, molto bravi e attivi ma spesso anche un po' troppo vivaci.
Ricordo le assolate giornate d'estate, le spiagge di argilla, le stazioncine isolate sempre tanto distanti dai centri abitati.
Ora, quel mare tanto amato, restituisce poveri corpi.
Le parole, tutte, suonano stanche. Impotenti, sempre uguali.
In mancanza di scelte politiche, nostre e dell'Europa, cose così sono destinate a ripetersi.
Mettere le persone nei campi di concentramento in Libia o altrove non era una politica ma quasi una misura di guerra.
Come non e' una politica pensare di fermare gli arrivi di fatto lasciandoli in mare.
Serve una politica e serve un'Europa.
Un' Europa reale, autonoma, che abbia un suo profilo sui grandi temi, dai migranti alle guerre.
E oggi, purtroppo, malgrado l'agitarsi di tanti - chi dai governi, chi col chiacchiericcio giustizial - populista, chi con primarie e gazebo -
politica, grande politica, ed Europa sono quello che mancano.

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