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PERUGIA - Il concetto è molto semplice: gli accordi vanno rispettati, soprattutto se sono accordi economici di grande importanza in un periodo difficile come l'attuale per le tasche dei lavoratori. Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria, rappresentate ai massimi livelli, insieme alle categorie dei trasporti Filt, Fit e Uilt, hanno annunciato stamattina nel corso di una conferenza stampa unitaria tenuta presso la Cgil di Perugia, lo stato di agitazione della categoria a causa della mancata erogazione da parte delle aziende del trasporto pubblico locale degli aumenti previsti da un accordo nazionale del 30 aprile 2009. “Si tratta di cifre importanti che dovevano entrare nelle buste paga dei lavoratori – hanno spiegato stamattina i rappresentanti sindacali umbri presenti al gran completo – 60 euro di aumento mensile a partire da maggio e 1080 euro di arretrati nella busta paga di giugno”. Invece – è la denuncia dei sindacati - con una sola parziale eccezione (la Fcu ha erogato i 60 euro, ma non i 1080), nessuna azienda ha ancora corrisposto le cifre dovute. E Cgil, Cisl e Uil, che in una lettera indirizzata ad aziende e istituzioni locali hanno denunciato ufficialmente la mancata applicazione dell'accordo, sembrano credere poco alle rassicurazioni che arrivano dalle aziende, secondo le quali si tratta soltanto di uno slittamento al mese di luglio per l'erogazione. “Non capiamo perché – hanno osservato i sindacati – se si tratta solo di un semplice ritardo, le aziende ci hanno convocato per il prossimo 8 luglio per formalizzarci la loro posizione”. In ogni caso i nodi verranno al pettine al più tardi il prossimo 10 luglio, quando i lavoratori, circa 1.200 interessati dall'aumento, riceveranno le buste paga e ne valuteranno il “peso”. “Se non dovesse esserci quanto previsto dall'accordo sarà inevitabile la mobilitazione”, hanno avvertito Cgil, Cisl e Uil, anche se “è assurdo che i lavoratori oltre a scioperare per ottenere gli aumenti contrattuali, debbano scioperare di nuovo per vederseli inserire in busta paga”. Il dito delle organizzazioni sindacali è puntato naturalmente contro le aziende e i rispettivi  amministratori, che “dovrebbero avere il coraggio di dimettersi se, come dicono, la Regione non eroga i 2,2 milioni di euro previsti dall'accordo per gli aumenti”, ma più in generale Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria tornano a denunciare quella che definiscono ormai “la volontà politica di non fare le riforme necessarie al settore”. Ovvio qui il riferimento alla Holding regionale dei trasporti, sui cui ritardi già prima della tornata elettorale, i sindacati umbri avevano lanciato l'ennesimo grido d'allarme. “E' evidente che tra le due questioni esiste un collegamento strettissimo – hanno spiegato ancora i rappresentanti sindacali – perché la mancata applicazione dell'accordo sulla holding crea nuove diseconomie che alla fine vengono pagate dai più deboli, lavoratori e utenti”. Ma i sindacati non sono più disposti ad accettare lo scotto: “Il tempo della pazienza è finito – hanno avvertito stamattina – per cui a settembre, visto anche l'approssimarsi della fine della legislatura regionale, in assenza di risposte andremo alla mobilitazione generale, perché in ballo ormai c'è la sopravvivenza del settore”.   Condividi