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di Lucina Paternesi Meloni È in mostra alla Feltrinelli di Perugia Jazz Mood un racconto, una storia, un percorso lungo due edizioni di Umbria Jazz, le ultime, di un promettente “human photographer on planet earth”. Roberto Boccaccino si definisce così, racconta storie, fa fotografie ed è in partenza per la Danish School of media and journalism, selezionato insieme ad altri 8 da tutte le parti del mondo per un corso di fotogiornalismo internazionale. Jazz Mood è una mostra fotografica “piena di gente famosa”, poco più di 10 scatti in bianco e nero dei grandi del jazz che hanno invaso Perugia negli ultimi due anni. Ma Jazz Mood è anche qualcosa di più. “Apprezzo questo genere di musica da ogni punto di vista, io stesso ho suonato in un piccolo quartetto jazz, per cui l'interesse per questo genere è fortissimo. Stavolta però ho avuto l'opportunità di “vedere” la musica da un'altra angolazione, senza dubbio migliore. Sicuramente mi sono avvicinato di più attraverso la macchina fotografica, perché questo è il mio strumento” ci dice un po' imbarazzato Roberto. E' giovane, ha già fatto moltissime cose, percorso chilometri su e giù per l'Italia per vivere di fotografia. Originario di Benevento, 25 anni, mi racconta che ha studiato Tecnica Pubblicitaria all'Università per Stranieri di Perugia. Poi però ha abbandonato la pubblicità, ma non Perugia, sua seconda casa, sua famiglia. Ha vissuto a Milano, dove è entrato nell'alveo dell'Agenzia Grazia Neri, abita ora a Firenze. “Cerco di vivere di fotografia, ma è molto difficile. In Italia il mercato è in crisi e in molte occasioni ti dicono no prima ancora di vedere le foto. Ecco perché tengo moltissimo a questa mostra sui grandi del jazz. Più volte ho chiesto alla Fondazione Umbria Jazz di considerare le mie fotografie per una mostra, ma non ne hanno voluto mai sapere. La Feltrinelli invece, vedendo il mio lavoro, mi ha proposto lei stessa una mostra a Perugia, ed eccomi qui, finalmente, a mostrare alla città in cui sono cresciuto e a cui sono legato, questi scatti”. Alcuni suoi lavori sono ancora aperti, dei veri e propri “work in progress”, come ad esempio quello sulla comunità cinese a Prato, tra le più grandi d'Europa, o la lotta per la casa a Firenze, un reportage sulle occupazioni toscane. Tra i altri racconti conclusi e pubblicati ci sono gli OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari), le periferie milanesi, le elezioni di Obama a New York City, la vita nelle tendopoli dell'Aquila. La sua ultima fatica è sul mondo del “precariato ballerino” del Maggio Danza Fiorentino, vale a dire che anche i danzatori sono costretti a contratti a progetto e a timbrare cartellini come gli impiegati statali. “Sono tutte realtà che vado a cercare io, perché attirano la mia curiosità e la mia fantasia. Il mio è fotogiornalismo sociale”. Jazz Mood è una mostra non solo da vedere. La si può assaporare in un caldo pomeriggio di sole come quello che ha visto la sua nascita in un grande portone di Corso Vannucci a Perugia. Li si possono trovare le stelle del jazz viste da vicino: Paolo Fresu, Sonny Rollins, Keith Jarrett, Enrico Rava, Stefano di Battista, Alfonso Deidda, i loro occhi vivi mentre sublimano qualche assolo con lucenti sassofoni, mani che scivolano sui tasti di un pianoforte consumato. Jazz Mood è una sublimazione dei cinque sensi. Da consumare fino al 19 luglio. Per saperne di più www.robertoboccaccino.it Condividi