Vorrei festeggiare da queste colonne i miei cinquanta anni di giornalismo  come pubblicista. Il 27 gennaio 1973 sono stato iscritto (ancora  minorenne essendo nato nel 1954) all’Ordine dei Giornalisti del Lazio e  Umbria, che allora aveva sede in Piazza San Lorenzo in Lucina, a due  passi da Montecitorio. Ho ancora vivo ricordo del 16 marzo 1978, giorno  del rapimento Moro: era prevista l’Assemblea annuale dell’Ordine e il  treno arrivò in ritardo. Non c’era nessuno ma non sapevo cosa fosse successo. Le sirene della Polizia sfrecciavano per Via del Corso, poi  all’improvviso vidi l’edizione straordinaria dei quotidiani appena  stampati e capii. Mi precipitai alla Stazione e tornai a Perugia dove feci  uno speciale radiofonico. Nel 1980 ho partecipato all’assemblea fondativa  dell’Ordine Regionale dell’Umbria. Erano anni di grande fervore  intellettuale, collaborai con Antonio Carlo Ponti ai primi tempi del  “Corriere dell’Umbria”. Poi ho partecipato alla vita dell’Ordine come  Revisore dei Conti sotto la Presidenza di Alvaro Fiorucci (Domenico  Corucci vice, segretario Bruno Brunori) e di Dante Ciliani (vice Elvisio  Vinti). Nel 2001 ho rifondato “Il Paese”, testata perugina degli inizi del  Novecento, e mi sono battuto contro la modifica del titolo V della  Costituzione (per intenderci quello che consente l’autonomia  differenziata), iniziando così le mie battaglie a difesa della Costituzione.  Seguirono le battaglie referendarie (vinte) del 2006 contro la modifica di  Berlusconi e del 2016 contro quella di Renzi. Infine la battaglia (persa)  contro la riduzione dei parlamentari nel 2020. Oggi sono pronto alla sfida  sul Presidenzialismo e per la modifica dell’art 117 Cost. Sono tante le  testate per le quali ho scritto, anche se in maniera discontinua. Da qualche  tempo sono qui su Umbrialeft, che ringrazio per l’opportunità che mi  offre. 

Mario Centini

 

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