ROMA - Conti pubblici sempre più in difficoltà. L'avanzo del mese di giugno si dimezza rispetto al passato, fermandosi a 6,6 miliardi rispetto ai 15,4 miliardi del giugno 2008. Così il fabbisogno di cassa del settore statale sale nel primo semestre a 49,5 miliardi, 25,5 miliardi in più di quello registrato nello stesso periodo dello scorso anno. Sono i dati di cassa dello Stato diffusi dal ministero dell'Economia.
Ad andare male è soprattutto il mese di giugno, importante per i conti pubblici, nel quale si incassano le imposte relative alle dichiarazioni dei redditi. Che quest'anno, però, hanno visto spostare in avanti, agli inizi di luglio, le scadenze relative ai pagamenti di commercianti, artigiani, piccole imprese, tutti coloro che devono effettuare i calcoli tramite gli "studi di settore". L'effetto appare chiaramente dai conti del mese: l'avanzo, cioè il risultato positivo tra entrate e uscite del mese, nel giugno 2008 era stato pari a 15.355 milioni di euro (ed aveva già peggiorato di oltre 2 miliardi i dati del 2007); ora invece si è fermato a quota 6,6 miliardi, con una riduzione di circa 8,8 miliardi. In termini percentuali un peggioramento del 57,3% rispetto all'anno precedente.
L'analisi del ministero dell'Economia, su ciò che ha pesato, punta l'accento sul calo delle entrate, ma anche sui maggiori rimborsi pagati ai contribuenti. "L'avanzo del settore statale del mese di giugno 2009, rispetto a quello dello scorso anno - commenta il ministero dell'Economia - ha registrato, dal lato degli incassi, una riduzione del gettito fiscale, soprattutto conseguente allo slittamento al 6 luglio del termine del 16 giugno per il versamento delle imposte, senza maggiorazione, da parte dei contribuenti soggetti agli studi di settore, ai sensi del decreto del presidente del consiglio del 4 giugno scorso".
Solo pochi giorni fa, del resto, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha spiegato che alla fine dell'anno mancheranno in cassa entrate per 37 miliardi e questo porterà il deficit pubblico verso il 5%. Un calo di entrate, ha comunque assicurato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, stimato dal governo e "in linea con le previsioni" anche in presenza "dello stress del ciclo economico".
A pesare sui risultati di giugno, poi, sono state anche le maggiori spese. Oltre "ai maggiori rimborsi fiscali da parte dei concessionari della riscossione, in parte relativi a crediti d'imposta ultradecennali", ci sono infatti stati - spiega il Tesoro - anche "maggiori prelievi dalla tesoreria statale da parte delle amministrazioni locali, infine un maggiore onere per interessi sul debito".
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