Dall'Abruzzo arriva un nuovo allarme terremoto che riguarda non solo le zone a Nord de L'Aquila e di Marche e Lazio, ma anche alla stessa Umbria. In particolare le zone del terremoto del 1997. In una intervista al professor Emanuele Tondi, docente di «Rischio terremoti» presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Camerino, non si possono escludere dei collegamenti tra i nuovi movimenti e le faglie del sotto suolo umbro.
"C'é stato uno spostamento verso nord dell’area epicentrale del movimento, soprattutto nelle zone di Montereale con le sue varie frazioni, Cittareale e Campotosto». E ancora: «Nessuno può escludere, data la continuità e la complessità di questo processo, nell’ambito del sistema delle faglie che va da Colfiorito a Norcia e all'Aquilano, in direzione nord-sud, che lungo questo asse si possano verificare altre scosse di notevole entità». Secondo l’e sperto se un nuovo terremoto importante, di almeno 5 o 6 gradi di magnitudo, dovesse verificarsi «non avverrà all'Aquila ma più a nord, nella zona dove già ci sono segnali rilevanti dell’evoluzione della crisi sismica». E aggiunge in maniera un po’ enigmatica: «La Protezione civile sa quello che deve fare».
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