VIAREGGIO - A provocare il disastro di Viareggio non è stato un errore umano: il vagone che ha innescato la 'bomba' di Gpl che ha ucciso almeno 14 persone è deragliato perché ha ceduto un asse. Saranno le due inchieste - quella aperta dalla procura di Lucca per disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e incendio colposo e quella disposta dal ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli - a chiarire con certezza le cause dell'incidente; ma dalle "prime evidenze", come dice l'amministratore delegato delle Ferrovie Mauro Moretti, sarebbe questo il motivo che ha scatenato l'inferno in piena notte.
Di certo ci sono già le polemiche: il segretario della Cgil Guglielmo Epifani parla di una "tragedia enorme" e che però era "annunciata", i macchinisti dell'Orsa chiedono maggiori controlli sui treni merci e sottolineano che un cedimento strutturale "non può essere una spiegazione sufficiente", mentre per la sinistra la responsabilità è del governo che "pensa alla Tav e non fa sicurezza". Non alzano polemiche i presidenti di Senato e Camera, Schifani e Fini, chiedendo che vengano "accertate le responsabilità". I primi a parlare di un cedimento sono stati proprio i macchinisti, che hanno raccontato cosa è avvenuto poco prima di mezzanotte all'uscita della stazione della cittadina della Versilia. "Procedevamo a 90 km orari, in un tratto in cui il limite era di cento, quindi alla giusta velocità - hanno detto a Moretti -. Ad un certo punto abbiamo sentito molto rumore e abbiamo avuto la sensazione che il treno fosse frenato". I macchinisti hanno allora tirato la "rapida" (il freno, ndr) e sono scesi dalla locomotiva, accorgendosi che alcuni vagoni erano deragliati. Poi l'onda d'urto dell'esplosione li ha investiti.
"Abbiamo visto l'inferno - è stato il loro racconto ai colleghi - siamo vivi per miracolo". Secondo l'Ad di Ferrovie a cedere è stato l'asse di un carro immatricolato in Germania e di proprietà della Gatx, una società americana che ha la sede principale in Europa a Vienna. Il punto è capire perché l'asse ha ceduto ed è quello che dovrà accertare l'inchiesta aperta dal procuratore capo di Lucca Aldo Cicala e dal sostituto Giuseppe Amodeo, che hanno già ascoltato i macchinisti come persone informate sui fatti. Le responsabilità, qualora emergessero, saranno comunque "attentamente vagliate e correttamente individuate" dice il procuratore generale della Toscana Beniamino Deidda.
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